08-08-2008 |
"Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, dev'essere irreprensibile" (Tito 1,7)
Ancora una volta le lettere "pastorali" di Paolo (1 Tim, 2 Tim, Tito) ci raccontano dell'organizzazione crescente delle prime comunità dei cristiani. Ciò che intende Paolo per "vescovo" non è però paragonabile a ciò è oggi, ma ne costruisce un'indicazione iniziale e fondamentale. I vescovi erano, forse, degli incaricati all'interno del gruppo dei presbiteri (collegio di "anziani" a guida delle comunità) con compiti di governo e insegnamento. Egli deve essere irreprensibile quando alla sua fede, in quanto dovrà essere "amministratore" delle cose di Dio (e non tanto delle cose materiali). Sappiamo quardare i nostri vescovi al di là delle simpatie personali o delle loro qualità umane? Sappiamo scorgervi un segno di fede, anche se "tradizionale" o "profetico" e per questo ascoltarlo? Conosciamo il magistero del nostro vescovo (internet, al sito della diocesi, può essere un ottimo strumento!)?
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