Dove
vuoi che andiamo a preparare,
perché tu possa mangiare la Pasqua? (Mc
14,12)
Nel
Vangelo che abbiamo ascoltato è narrata l'Ultima Cena, ma
sorprendentemente l'attenzione è posta più sui preparativi che
sulla cena stessa. Ritorna più volte il verbo "preparare". I
discepoli domandano, ad esempio: «Dove vuoi che andiamo a preparare,
perché tu possa mangiare la Pasqua?» (Mc
14,12). Gesù
li invia a preparare con precise indicazioni ed essi trovano «una
grande sala, arredata e già pronta» (v.
15). I
discepoli vanno a preparare, ma il Signore aveva già preparato...
Gesù,
insomma, prepara per noi e chiede anche a noi di preparare. Che cosa
prepara Gesù per noi? Prepara un
posto
e un
cibo.
Un posto, molto più degno della «grande sala arredata» del
Vangelo. È la nostra casa spaziosa e vasta quaggiù, la Chiesa, dove
c'è e ci dev'essere posto per tutti. Ma ci ha riservato anche un
posto lassù, in paradiso, per stare insieme con Lui e tra di noi per
sempre. Oltre al posto ci prepara un cibo, un Pane che è Lui stesso:
«Prendete, questo è il mio corpo» (Mc
14,22). Questi
due doni, il posto e il cibo, sono ciò che ci serve per vivere. Sono
il vitto e l'alloggio definitivi. Entrambi ci vengono dati
nell'Eucaristia. Cibo e posto.
Qui
Gesù ci prepara un
posto quaggiù,
perché l'Eucaristia è il cuore pulsante della Chiesa, la genera e
la rigenera, la raduna e le dà forza. Ma l'Eucaristia ci prepara
anche un
posto lassù,
nell'eternità, perché è il
Pane del cielo.
Viene da là, è l'unica materia su questa terra che sa davvero di
eternità. È il pane del futuro, che già ora ci fa pregustare un
avvenire infinitamente più grande di ogni migliore aspettativa. È
il pane che sfama le nostre attese più grandi e alimenta i nostri
sogni più belli. È, in una parola, il pegno
della vita eterna: non solo una promessa, ma un pegno, cioè un
anticipo, un anticipo concreto di quello che sarà donato.
L'Eucaristia è la "prenotazione" del paradiso; è Gesù,
viatico del nostro cammino verso quella vita beata che non finirà
mai.
Nell'Ostia
consacrata, oltre al posto, Gesù ci prepara il
cibo,
il nutrimento. Nella vita abbiamo continuamente bisogno di nutrirci,
e non solo di alimenti, ma anche di progetti e affetti, di desideri e
speranze. Abbiamo fame di essere amati. Ma i complimenti più
graditi, i regali più belli e le tecnologie più avanzate non
bastano, non ci saziano mai del tutto. L'Eucaristia è un alimento
semplice, come il pane, ma è l'unico che sazia, perché non
c'è amore più grande.
Lì incontriamo Gesù realmente, condividiamo la sua vita, sentiamo
il suo amore; lì puoi sperimentare che la sua morte e risurrezione
sono per te. E quando adori Gesù nell'Eucaristia ricevi da Lui lo
Spirito Santo e trovi pace e gioia. Cari fratelli e sorelle,
scegliamo questo cibo di vita: mettiamo al primo posto la Messa,
riscopriamo l'adorazione nelle nostre comunità! Chiediamo la
grazia di essere affamati
di Dio,
mai sazi di ricevere ciò che Egli prepara per noi.
Ma,
come ai discepoli allora, anche a noi oggi Gesù chiede di preparare.
Come i discepoli domandiamogli: "Signore, dove vuoi che andiamo a
preparare?". Dove:
Gesù non predilige luoghi esclusivi ed escludenti. Egli ricerca
posti non raggiunti dall'amore, non toccati dalla speranza. In quei
luoghi scomodi desidera andare e chiede a noi di fargli i
preparativi. Quante persone sono prive di un posto dignitoso per
vivere e del cibo da mangiare! Ma tutti conosciamo delle persone
sole, sofferenti, bisognose: sono tabernacoli abbandonati. Noi, che
riceviamo da Gesù vitto e alloggio, siamo qui per preparare un posto
e un cibo a questi fratelli più deboli. Egli si è fatto pane
spezzato per noi; chiede a noi di donarci agli altri, di non vivere
più per noi stessi, ma l'uno
per l'altro.
Così si vive eucaristicamente: riversando nel mondo l'amore che
attingiamo dalla carne del Signore. L'Eucaristia nella vita si
traduce passando dall'io
al tu.
I
discepoli, conclude il Vangelo, «dopo
aver cantato l'inno, uscirono»
(v.
26). Al
termine della Messa, saremo anche noi in uscita. Cammineremo con
Gesù, che percorrerà le strade di questa città. Egli desidera
abitare in mezzo a voi. Vuole visitare le situazioni, entrare nelle
case, offrire la sua misericordia liberatrice, benedire, consolare.
Avete provato situazioni dolorose; il Signore vuole esservi vicino.
Apriamogli le porte e diciamogli:
Vieni,
Signore, a visitarci.
Ti
accogliamo nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nella nostra
città.
Grazie
perché ci prepari il cibo della vita e un posto nel tuo Regno.
Rendici
preparatori attivi, portatori gioiosi di Te che sei la vita,
per
portare fraternità, giustizia e pace nelle nostre strade. Amen.
(papa
Francesco a Ostia)
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