06-03-2008 |
Sono venuto nel nome del Padre mio (Gv 5,43). Com'è diversa questa affermazione di Gesù dal nostro modo comune di pensare. Noi non avremmo detto: "sono venuto perchè me lo sento io", "è un atto di autodeterminazione", "non sono forse libero di decidere"?! Noi, soprattutto in questa cultura occidentale moderna, privilegiamo e assolutizziamo la prospettiva individualistica. L'affermiamo al punto da ... trovarci alla fine soli. Allora andiamo a cercare gli altri per coprire il nostro dolore e riempire un vuoto che si è aperto. Gli altri sembrano "usati" più che "partner di una danza". Gesù "danza" col Padre e vive di quella relazione. Egli non la sente come oppressiva, costrittiva, ma vitale e da vivere con responsabilità, affinchè sia vera e viva. Quella relazione col Padre è il senso alle sue scelte, al suo agire, al suo soffrire. Tu come stai davanti agli altri li usi o "danzi" con loro?
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