La
Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara,
della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio
della preghiera, dell'elemosina e del digiuno.
Dedicando
più tempo alla preghiera,
permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le
quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione
in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita.
L'esercizio
dell'elemosina
ci libera dall'avidità e ci aiuta a scoprire che l'altro è mio
fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che
l'elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di
vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l'esempio
degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli
altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che
viviamo nella Chiesa. A questo proposito faccio mia l'esortazione
di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità
di Gerusalemme: «Si tratta di cosa vantaggiosa per voi» (2
Cor
8,10). Questo vale in
modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi
raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà.
Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a
ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì c'è
un appello della divina Provvidenza: ogni elemosina è un'occasione
per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se
Egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non
provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere
in generosità?
Il
digiuno,
infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce
un'importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di
sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto
necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall'altra,
esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e
assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti
a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo,
sazia la nostra fame.
Vorrei
che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa
Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona
volontà, aperti all'ascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal
dilagare dell'iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che
paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di
comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per
digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i
fratelli!
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