|
|
|
Papa Francesco - Veglia di Pentecoste 2 |
|
|
20-05-2013 |
http://it.gloria.tv/?media=446852
"Penso che tutti noi qui presenti sentiamo fortemente la sfida, la sfida della
evangelizzazione, che è al cuore delle nostre esperienze. Per questo vorrei
chiedere a Lei, Padre Santo, di aiutare me e tutti noi a capire come vivere
questa sfida nel nostro tempo, qual è per lei la cosa più importante cui tutti
noi movimenti, associazioni e comunità dobbiamo guardare per attuare il compito
cui siamo chiamati. Come possiamo comunicare in modo efficace la fede di oggi?".
Dirò soltanto tre parole.
La prima: Gesù. Chi è la cosa più importante? Gesù. Se noi andiamo avanti
con l'organizzazione, con altre cose, con belle cose, ma senza Gesù, non andiamo
avanti, la cosa non va. Gesù è più importante. Adesso, vorrei fare un piccolo
rimprovero, ma fraternamente, tra noi. Tutti voi avete gridato nella piazza
"Francesco, Francesco, Papa Francesco". Ma, Gesù dov'era? Io avrei voluto che
voi gridaste: "Gesù, Gesù è il Signore, ed è proprio in mezzo a noi!". Da qui in
avanti, niente "Francesco", ma "Gesù"!
La seconda parola è: la preghiera. Guardare il volto di Dio, ma
soprattutto - e questo è collegato con quello che ho detto prima - sentirsi
guardati. Il Signore ci guarda: ci guarda prima. La mia esperienza è ciò che
sperimento davanti al sagrario [Tabernacolo] quando vado a pregare, la
sera, davanti al Signore. Alcune volte mi addormento un pochettino; questo è
vero, perché un po' la stanchezza della giornata ti fa addormentare. Ma Lui mi
capisce. E sento tanto conforto quando penso che Lui mi guarda. Noi pensiamo che
dobbiamo pregare, parlare, parlare, parlare... No! Làsciati guardare dal Signore.
Quando Lui ci guarda, ci dà forza e ci aiuta a testimoniarlo - perché la domanda
era sulla testimonianza della fede, no? Primo "Gesù", poi "preghiera" - sentiamo
che Dio ci sta tenendo per mano. Sottolineo allora l'importanza di questo:
lasciarsi guidare da Lui. Questo è più importante di qualsiasi calcolo. Siamo
veri evangelizzatori lasciandoci guidare da Lui. Pensiamo a Pietro; forse stava
facendo la siesta, dopo pranzo, e ha avuto una visione, la visione della
tovaglia con tutti gli animali, e ha sentito che Gesù gli diceva qualcosa, ma
lui non capiva. In quel momento, sono venuti alcuni non-ebrei a chiamarlo per
andare in una casa, e ha visto come lo Spirito Santo era laggiù. Pietro si è
lasciato guidare da Gesù per giungere a quella prima evangelizzazione ai
gentili, che non erano ebrei: una cosa inimmaginabile in quel tempo (cfr At
10,9-33). E così, tutta la storia, tutta la storia! Lasciarsi guidare da Gesù.
E' proprio il leader; il nostro leader è Gesù.
E terza: la testimonianza. Gesù, preghiera - la preghiera, quel lasciarsi
guidare da Lui - e poi testimonianza. Ma vorrei aggiungere qualcosa. Questo
lasciarsi guidare da Gesù ti porta alle sorprese di Gesù. Si può pensare che
l'evangelizzazione dobbiamo programmarla a tavolino, pensando alle strategie,
facendo dei piani. Ma questi sono strumenti, piccoli strumenti. L'importante è
Gesù e lasciarsi guidare da Lui. Poi possiamo fare le strategie, ma questo è
secondario.
Infine, la testimonianza: la comunicazione della fede si può fare
soltanto con la testimonianza, e questo è l'amore. Non con le nostre idee, ma
con il Vangelo vissuto nella propria esistenza e che lo Spirito Santo fa vivere
dentro di noi. E' come una sinergia fra noi e lo Spirito Santo, e questo conduce
alla testimonianza. La Chiesa la portano avanti i Santi, che sono proprio coloro
che danno questa testimonianza. Come ha detto Giovanni Paolo II e anche
Benedetto XVI, il mondo di oggi ha tanto bisogno di testimoni. Non tanto di
maestri, ma di testimoni. Non parlare tanto, ma parlare con tutta la vita: la
coerenza di vita, proprio la coerenza di vita! Una coerenza di vita che è vivere
il cristianesimo come un incontro con Gesù che mi porta agli altri e non come un
fatto sociale. Socialmente siamo così, siamo cristiani, chiusi in noi. No, questo
no! La testimonianza!
La terza domanda: "Vorrei chiederle, Padre Santo, come io e tutti noi possiamo
vivere una Chiesa povera e per i poveri. In che modo l'uomo sofferente è una
domanda per la nostra fede? Noi tutti, come movimenti, associazioni laicali,
quale contributo concreto ed efficace possiamo dare alla Chiesa e alla società
per affrontare questa grave crisi che tocca l'etica pubblica" - questo è
importante! - "il modello di sviluppo, la politica, insomma un nuovo modo di
essere uomini e donne?".
Riprendo dalla testimonianza. Prima di tutto, vivere il Vangelo è il principale
contributo che possiamo dare. La Chiesa non è un movimento politico, né una
struttura ben organizzata: non è questo. Noi non siamo una ONG, e quando la
Chiesa diventa una ONG perde il sale, non ha sapore, è soltanto una vuota
organizzazione. E in questo siate furbi, perché il diavolo ci inganna, perché
c'è il pericolo dell'efficientismo. Una cosa è predicare Gesù, un'altra cosa è
l'efficacia, essere efficienti. No, quello è un altro valore. Il valore della
Chiesa, fondamentalmente, è vivere il Vangelo e dare testimonianza della nostra
fede. La Chiesa è sale della terra, è luce del mondo, è chiamata a rendere
presente nella società il lievito del Regno di Dio e lo fa prima di tutto con la
sua testimonianza, la testimonianza dell'amore fraterno, della solidarietà,
della condivisione. Quando si sentono alcuni dire che la solidarietà non è un
valore, ma è un "atteggiamento primario" che deve sparire... questo non va! Si sta
pensando ad un'efficacia soltanto mondana.
Tratto dalla VEGLIA DI PENTECOSTE CON I MOVIMENTI, LE NUOVE COMUNITÀ, LE ASSOCIAZIONI E LE AGGREGAZIONI LAICALI
Piazza San Pietro - Sabato, 18 maggio 2013
|
|
|
|
Aprile 2024 |
|
|
|
Prossimi eventi |
Nessun evento in calendario |
|
|
Abbiamo 3 visitatori online |
|
|