|
|
|
Papa Francesco - Veglia di Pentecoste 1 |
|
|
20-05-2013 |
http://it.gloria.tv/?media=446843
"Sono contento di incontrarvi e che tutti noi ci incontriamo in questa piazza per
pregare, per essere uniti e per aspettare il dono dello Spirito. Io conoscevo le
vostre domande e ci ho pensato - questo, quindi, non è senza conoscenza! Primo,
la verità! Le ho qui, scritte.
La prima - "come lei ha potuto raggiungere nella sua vita la certezza sulla
fede; e quale strada ci indica perché ciascuno di noi possa vincere la fragilità
della fede?" - è una domanda storica, perché riguarda la mia storia, la storia
della mia vita!
Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si
viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma
di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci
spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il
Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele, e alla fine
di questa processione arrivava il "Cristo giacente", e la nonna ci faceva - a
noi bambini - inginocchiare e ci diceva: "Guardate, è morto, ma domani
risuscita". Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da
mia nonna! E' bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa, con la famiglia! E
questo mi fa pensare all'amore di tante mamme e di tante nonne nella
trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva
anche nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: "Io ricordo la fede
della tua mamma e della tua nonna" (cfr 2Tm 1,5). Tutte le mamme che sono
qui, tutte le nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette
accanto delle persone che aiutano il nostro cammino di fede. Noi non troviamo la
fede nell'astratto; no! E' sempre una persona che predica, che ci dice chi è
Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima
esperienza di fede che ho avuto.
Ma c'è un giorno per me molto importante: il 21 settembre del ‘53.
Avevo quasi 17
anni. Era il "Giorno dello studente", per noi il giorno della Primavera -
da voi
è il giorno dell'Autunno. Prima di andare alla festa, sono passato nella
parrocchia dove andavo, ho trovato un prete, che non conoscevo,e ho
sentito la necessità di confessarmi. Questa è stata per me un'esperienza
di
incontro: ho trovato che qualcuno mi aspettava. Ma non so cosa sia
successo, non
ricordo, non so proprio perché fosse quel prete là, che non conoscevo,
perché
avessi sentito questa voglia di confessarmi, ma la verità è che qualcuno
m'aspettava. Mi stava aspettando da tempo. Dopo la Confessione ho
sentito che
qualcosa era cambiato. Io non ero lo stesso. Avevo sentito proprio come
una
voce, una chiamata: ero convinto che dovessi diventare sacerdote. Questa
esperienza nella fede è importante. Noi diciamo che dobbiamo cercare
Dio, andare
da Lui a chiedere perdono, ma quando noi andiamo, Lui ci aspetta, Lui è
prima!
Noi, in spagnolo, abbiamo una parola che spiega bene questo: "Il Signore
sempre
ci primerea", è primo, ci sta aspettando! E questa è proprio una grazia
grande: trovare uno che ti sta aspettando. Tu vai peccatore, ma Lui ti sta
aspettando per perdonarti. Questa è l'esperienza che i Profeti di Israele
descrivevano dicendo che il Signore è come il fiore di mandorlo, il primo fiore
della Primavera (cfr Ger 1,11-12). Prima che vengano gli altri fiori, c'è
lui: lui che aspetta. Il Signore ci aspetta. E quando noi Lo cerchiamo, troviamo
questa realtà: che è Lui ad aspettarci per accoglierci, per darci il suo amore.
E questo ti porta nel cuore uno stupore tale che non lo credi, e così va
crescendo la fede! Con l'incontro con una persona, con l'incontro con il
Signore. Qualcuno dirà: "No, io preferisco studiare la fede nei libri!". E'
importante studiarla, ma, guarda, questo solo non basta! L'importante è
l'incontro con Gesù, l'incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è
proprio Lui che te la dà! Anche voi parlavate della fragilità della fede, come
si fa per vincerla. Il nemico più grande che ha la fragilità - è curioso, eh? -
è la paura. Ma non abbiate paura! Siamo fragili, e lo sappiamo. Ma Lui è più
forte! Se tu vai con Lui, non c'è problema! Un bambino è fragilissimo - ne ho
visti tanti, oggi -, ma era con il papà, con la mamma: è al sicuro! Con il
Signore siamo sicuri. La fede cresce con il Signore, proprio dalla mano del
Signore; questo ci fa crescere e ci rende forti. Ma se noi pensiamo di poterci
arrangiare da soli... Pensiamo che cosa è successo a Pietro: "Signore, io mai ti
rinnegherò!" (cfr Mt 26,33-35); e poi ha cantato il gallo e l'aveva
rinnegato per tre volte! (cfr vv. 69-75). Pensiamo: quando noi abbiamo troppa
fiducia in noi stessi, siamo più fragili, più fragili. Sempre con il Signore! E
dire con il Signore significa dire con l'Eucaristia, con la Bibbia, con la
preghiera... ma anche in famiglia, anche con la mamma, anche con lei, perché lei è
quella che ci porta al Signore; è la madre, è quella che sa tutto. Quindi
pregare anche la Madonna e chiederle che, come mamma, mi faccia forte. Questo è
quello che io penso sulla fragilità, almeno è la mia esperienza. Una cosa che mi
rende forte tutti i giorni è pregare il Rosario alla Madonna. Io sento una forza
tanto grande perché vado da lei e mi sento forte."
Tratto dalla VEGLIA DI PENTECOSTE CON I MOVIMENTI, LE NUOVE COMUNITÀ, LE ASSOCIAZIONI E LE AGGREGAZIONI LAICALI
Piazza San Pietro - Sabato, 18 maggio 2013
|
|
|
|
Ottobre 2024 |
|
|
|
Prossimi eventi |
Nessun evento in calendario |
|
|
|
|