Dal Vangelo di domenica 2 agosto |
|
|
05-08-2015 |
«Datevi
da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per
la vita eterna che il Figlio dell'uomo vi darà (Gv 6,27)
Oltre
alla fame fisica l'uomo porta in sé un'altra fame - tutti noi
abbiamo questa fame - una fame più importante, che non può essere
saziata con un cibo ordinario. Si tratta di fame di vita, di fame di
eternità che Lui solo può appagare, in quanto è «il pane della
vita» (v. 35). Gesù non elimina la preoccupazione e la ricerca del
cibo quotidiano, no, non elimina la preoccupazione di tutto ciò che
può rendere la vita più progredita. Ma Gesù ci ricorda che il vero
significato del nostro esistere terreno sta alla fine, nell'eternità,
sta nell'incontro con Lui, che è dono e donatore, e ci ricorda
anche che la storia umana con le sue sofferenze e le sue gioie deve
essere vista in un orizzonte
di eternità, cioè in
quell'orizzonte dell'incontro definitivo con Lui. E questo
incontro illumina tutti i giorni della nostra vita. Se noi pensiamo a
questo incontro, a questo grande dono, i piccoli doni della vita,
anche le sofferenze, le preoccupazioni saranno illuminate dalla
speranza di questo incontro. «Io sono il pane della vita; chi viene
a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» (v.
35). E questo è il riferimento all'Eucaristia, il dono più grande
che sazia l'anima e il corpo. Incontrare e accogliere in noi Gesù,
"pane di vita", dà significato e speranza al cammino spesso
tortuoso della vita. Ma questo "pane di vita" ci è dato con un
compito, cioè perché possiamo a nostra volta saziare la fame
spirituale e materiale dei fratelli, annunciando il Vangelo ovunque.
Con la testimonianza del nostro atteggiamento fraterno e solidale
verso il prossimo, rendiamo presente Cristo e il suo amore in mezzo
agli uomini. (papa
Francesco)
|