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Dal Vangelo di Pasqua della Risurrezione |
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16-04-2017 |
Non
temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea:
là mi vedranno». (Mt
28,10)
La
Galilea è il
luogo della prima chiamata, dove tutto era iniziato!
Tornare là, tornare al luogo della prima chiamata. Sulla riva del
lago Gesù era passato, mentre i pescatori stavano sistemando le
reti. Li aveva chiamati, e loro avevano lasciato tutto e lo avevano
seguito (cfr
Mt
4,18-22).
Ritornare
in Galilea vuol dire rileggere
tutto a partire dalla croce e dalla vittoria; senza paura, "non
temete". Rileggere tutto - la predicazione, i miracoli, la nuova
comunità, gli entusiasmi e le defezioni, fino al tradimento -
rileggere tutto a partire dalla fine, che è un nuovo inizio, da
questo supremo atto d'amore.
Anche
per
ognuno di noi c'è una "Galilea"
all'origine del cammino con Gesù. "Andare in Galilea"
significa qualcosa di bello, significa per noi riscoprire il nostro
Battesimo come sorgente viva, attingere energia nuova alla radice
della nostra fede e della nostra esperienza cristiana. Tornare in
Galilea significa anzitutto tornare lì, a quel punto incandescente
in cui la Grazia di Dio mi ha toccato all'inizio del cammino. E'
da quella scintilla che posso accendere il fuoco per l'oggi, per
ogni giorno, e portare calore e luce ai miei fratelli e alle mie
sorelle. Da quella scintilla si accende una gioia umile, una gioia
che non offende il dolore e la disperazione, una gioia buona e mite.
Nella
vita del cristiano, dopo il Battesimo, c'è anche un'altra
"Galilea", una
"Galilea" più esistenziale:
l'esperienza dell'incontro
personale con Gesù Cristo,
che mi ha chiamato a seguirlo e a partecipare alla sua missione. In
questo senso, tornare in Galilea significa custodire nel cuore la
memoria viva di questa chiamata, quando Gesù è passato sulla mia
strada, mi ha guardato con misericordia, mi ha chiesto di seguirlo;
tornare in Galilea significa recuperare la memoria di quel momento in
cui i suoi occhi si sono incrociati con i miei, il momento in cui mi
ha fatto sentire che mi amava.
Oggi,
in questa notte, ognuno di noi può domandarsi: qual
è la mia Galilea?Si
tratta di fare memoria, andare indietro col ricordo.
Dov'è la mia Galilea?
La ricordo? L'ho dimenticata? Cercala e la troverai! Lì ti aspetta
il Signore. Sono andato per strade e sentieri che me l'hanno fatta
dimenticare. Signore, aiutami: dimmi qual è la mia Galilea; sai, io
voglio ritornare là per incontrarti e lasciarmi abbracciare dalla
tua misericordia. Non abbiate paura, non temete, tornate in Galilea!
Il
Vangelo è chiaro: bisogna ritornare là, per vedere Gesù risorto, e
diventare testimoni della sua risurrezione. Non è un ritorno
indietro, non è una nostalgia. E' ritornare al primo amore, per
ricevere
il fuoco
che Gesù ha acceso nel mondo, e portarlo a tutti, sino ai confini
della terra. Tornare in Galilea senza paura.
«Galilea
delle genti»
(Mt
4,15; Is
8,23):
orizzonte del Risorto, orizzonte della Chiesa; desiderio intenso di
incontro... Mettiamoci in cammino!
(papa
Francesco)
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