14
ottobre 2007
Si gettò ai piedi di Gesù per
ringraziarlo
Dal vangelo
secondo Luca (17,11-19)
Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la
Samaria e la Galilea[1].
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi
a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!».
Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi
andavano, furono sanati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando
Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un
Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri
nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio,
all'infuori di questo straniero?[2]». E
gli disse: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato! ».
Dove siamo?
Durante il viaggio verso Gerusalemme, la città della Pasqua.
Lc racchiude nella cornice di questo viaggio molte parabole, insegnamenti,
episodi... per mostrarci cosa vuol dire seguire Gesù verso la sua Pasqua, cosa
vuol dire essere discepoli in famiglia, nelle relazioni con gli altri, nell'uso
del denaro (ultime due domeniche)... Nel nostro brano e in quelli delle prossime
due domeniche emergerà in particolare il nostro rapporto con Dio: come ci
vediamo davanti a Dio, a Gesù, come preghiamo... Su questo, il nostro vangelo ci mostra alcune tappe di un cammino di fede
e di preghiera.
a. Il proprio bisogno
di salvezza: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!».
Si parte da una situazione difficilissima, quella di
dieci lebbrosi. Le persone colpite dalla lebbra erano isolate dal resto della
società: dovevano tenersi a distanza e segnalare il loro arrivo.
Non potevano
partecipare nemmeno alla preghiera comune e al culto del tempio. Erano
considerate "immonde". Toccava ai sacerdoti del tempio verificare la loro
malattia o la loro improbabile guarigione.
Questi dieci lebbrosi riconoscono la loro situazione, il proprio
bisogno di salvezza, la propria distanza e vengono da Gesù a chiedere aiuto: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». È
una invocazione intensa, gridata, una preghiera che esprime fiducia in Gesù
Maestro, in Gesù potente e capace di guarire, in Gesù che ha misericordia e
rivela la misericordia di Dio.
b. La fede nella parola di Gesù. Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E
mentre essi andavano, furono sanati.
Il miracolo non
avviene con un intervento diretto di Gesù, ma per la fede dei lebbrosi che
obbediscono alla sua parola, che vanno senza ancora vedere niente. È un
miracolo a distanza...; come quelli che avvenivano al tempo di Luca, degli Atti
degli Apostoli...; come quelli che avvengono ai nostri tempi dove Gesù opera,
purifica, salva, attraverso la sua parola.
c. Il ringraziamento. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò
indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo.
Sottolineiamo tutti i verbi, tutte le azioni di
quest'uomo
-
Si vede guarito, se ne accorge, si rende conto
che la sua pelle non è più come prima, che il suo corpo ha ripreso vigore...
-
Torna indietro, si getta ai piedi di Gesù... Non
va al tempio per ringraziare Dio, ma torna da Gesù! Loda Dio, dà gloria a Dio,
ringraziando Gesù, riconosce l'azione di Dio in Gesù.
Il Samaritano
che ritorna non è un "beneducato", è uno che sospetta il mistero di Cristo, è
attirato da lui, più che dalla sua guarigione. Tant'è che si lascia invadere
dalla gioia: loda Dio e si prostra davanti a Gesù. Si lascia incantare:
percepisce che Gesù rivela Dio (M.Zattoni, G.Gillini)
-
"Celebra"
la sua guarigione. La fa diventare preghiera di lode, eucaristia... Tante volte
Luca è attento a questo aspetto: quando raggiunge veramente l'uomo, il vangelo
fa salire il canto, la lode, il ringraziamento... Dal Magnificat, al canto degli
angeli, ai discepoli che dopo l'Ascensione stanno nel tempio lodando di Dio,
dall'inizio alla fine, Lc è attraversato dalla lode...
-
Il samaritano però è da solo! Uno solo torna
indietro! Dieci hanno chiesto, uno ringrazia; 10 sono stati sanati, uno solo è
davvero salvato...ed è uno "straniero", un eretico e disprezzato samaritano, uno
da cui non ci sarebbe aspettata una gran fede. Come dire: l'invito alla fede,
alla preghiera, alla salvezza è davvero per tutti... ma il cammino non è scontato
per nessuno.
d. La missione: E gli altri nove dove sono?
Non è solo una constatazione amare di Gesù. È un invio in
missione del samaritano, dello straniero. Lui che è tornato indietro a
ringraziare e ha incontrato davvero Gesù, è reso in qualche modo responsabile
dei suoi compagni di malattia.
Qualche domanda per meditare il vangelo
Ø Com'è la mia immagine di Gesù e la
mia preghiera? Un Gesù da tirar fuori quando serve o un Gesù da cui tornare,
con cui stare, da riscoprire come maestro e salvatore? Una fede - assicurazione
contro i problemi della vita o un rapporto continuato con il Signore? Qualche
benedizione ogni tanto, che non fa mai male, o una preghiera che accompagna la
vita, fatta anche di ascolto e di lode?
Ø Rendiamo grazie al Signore nostro
Dio... È cosa buona e giusta - diciamo a Messa. Ma so dire grazie di cuore? Per
cosa? Come esprimo la mia riconoscenza, in casa, con gli altri? Come esprimiamo
la gioia della salvezza a Messa?
Ø Curioso che sia proprio il
Samaritano, lo straniero a ringraziare Gesù. Perché? Stando con gli ultimi, con
qualche povero, si arriva ad apprezzare di più la vita?
Ø E gli altri 9 dove sono? Sono stati
guariti dalla lebbra, ma sono malati di una malattia ancora più grave, che
toglie gusto alla vita. Una malattia che rende ciechi e così non ti accorgi di
quello che ricevi, non apprezzi la fatica di chi gli sta vicino, dai tutto per
scontato, per dovuto, pretendi tutto subito, ti arrabbi se gli altri non sono a
tua disposizione... Come si esprime oggi questo atteggiamento? Come educare invece
allo stupore, alla riconoscenza?
Per contemplare Gesù, attraverso il vangelo
Gesù che sali
a Gerusalemme e prendi su di te le nostre malattie e infermità
Gesù che
affronti l'ingratitudine e la freddezza
Gesù che
ringrazi il Padre e lo benedici
Gesù, Maestro...
Gesù,
misericordioso...
Gesù
salvatore...
Gesù, abbi
pietà di noi...
Gesù, noi ti
lodiamo...
Per continuare a meditare
Si può andare a
Lourdes, da Padre Pio, magari essere privilegiati da qualche miracolo, ma...
rimanere come prima. In fondo, si va per "portare a casa qualcosa". Si può
andare da Gesù per prendere e non per
stare con lui. Chiaro, Gesù non ci
respinge mai e ci guarda con amore, anche se ci ricordiamo che lui c'è quando
siamo in preda all'angoscia e al bisogno. Lui passa sempre sulla nostra strada
ed è disposto a darci ciò che noi siamo disposti a prendere. (M.Zattoni, G.Gillini,
Interno familiare, anno C).
Il primo atteggiamento da coltivare è la
meraviglia. Senza meraviglia noi e le cose che ci circondano finiscono
fatalmente soffocati nel materialismo. E nel materialismo non fiorisce la
preghiera. Ci siamo mai chiesti perché la preghiera di lode è così rara tra i
cristiani? Il motivo sta qui: non siamo educati alla meraviglia. Tutto sembra
normale, logico, dovuto... La meraviglia è un cammino opposto al consumismo
materialista. Mentre questo toglie mistero alle cose più straordinarie, la
meraviglia rende misteriose anche le cose più banali. (T.Lasconi)
Le nostre comunità cristiane devono
diventare autentiche «scuole» di preghiera, dove l'incontro con Cristo non si
esprima soltanto in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie,
lode, adorazione, contemplazione, ascolto... (Giovanni Paolo II, NMI 33)
Signore, mi hai dato tutto!
Chiesi a Dio di essere forte, per eseguire progetti
grandiosi
Ed egli mi rese debole, per conservarmi nell'umiltà
Domandai a Dio che mi desse la salute per
realizzare grandi imprese.
Ed egli mi ha dato il dolore, per comprenderlo
meglio.
Gli domandai la ricchezza, per possedere tutto
E mi ha lasciato povero, per non essere egoista.
Gli domandai il potere, perché gli uomini avessero
bisogno di me
Ed egli mi ha dato l'umiliazione, perché io avessi
bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita
E mi ha lasciato la vita, perché io potessi essere
contento di tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che
chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e
quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato, mio Signore: fra tutti gli uomini,
nessuno possiede più di quello che io ho! (Kirk Kilgour, atleta americano rimasto
paralizzato in allenamento)
[1] Da nord a
sud, la Palestina è formata da Galilea, Samaria e Giudea, dove si trova
Gerusalemme.
[2] Gli abitanti
della Samaria erano piuttosto disprezzati e considerati "stranieri" dagli ebrei
doc.
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