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Lectio Divina
La "Lectio Divina", testualmente "Lettura Divina", è un modo particolare di pregare e meditare sulle Sacre Scritture. Ogni settimana ci ritroviamo in cripta per leggere, riflettere e confrontarci sul testo della liturgia della domenica seguente.
L'incontro è aperto a tutti e si svolge - da ottobre a maggio - ogni venerdì alle 20.45 in cripta (per sicurezza consultare il calendario eventi ).
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Ultime schede di commento |
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05-10-2007 |
7 ottobre - 27^ domenica del tempo
ordinario
Aumenta la nostra
fede
Dal vangelo secondo Luca (17,5-10)
In quel tempo[1], gli
apostoli[2]
dissero al Signore[3]:
«Aumenta la nostra fede[4]!». Il
Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa[5], potreste
dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi
ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà
quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà
piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io
abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà
obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così
anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite:
Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».
Aumenta la nostra fede
Ma
come? Non credevano già? Avevano lasciato tutto per lui... più fede di così! Sì,
ma più si avvicinavano a Gesù, più lo ascoltavano, più si accorgevano della distanza
che ancora li separava dal Maestro. Quante paure, quante contraddizioni tra la
loro vita, il loro modo dio pensare e il suo...
Anche
a noi capita lo stesso. Crediamo, ma a volte ci muoviamo, agiamo, parliamo,
scegliamo come se Lui non ci fosse... Ci sono zone della nostra vita dove forse
il Vangelo non è ancora "entrato in circolo". Ci sono situazioni in cui ci accorgiamo di quanto la nostra fede abbia davvero
bisogno di crescere.
- Quando ci viene da
chiedere: Aumenta la nostra fede? Quando vediamo tutto nero, quando non ci
accorgiamo dei suoi doni e della sua presenza, quando non vediamo i frutti
del nostro lavoro, quando la vita picchia duro, quando crediamo che la
santità non sia per noi, quando vediamo contraddizioni e scandali nella
chiesa, nella vita degli uomini che dicono di credere?
- Di fronte a quali
esigenze evangeliche, a quali parole di Gesù, abbiamo bisogno di affidarci
di più, di credere di più?
- Ci sono dei termometri
per capire se la fede è in calo o in crescita? Il servizio, la preghiera,
la partecipazione alla vita della comunità, lo spirito missionario, la
voglia di testimoniare?
- Cosa aiuta la fede,
cosa la ostacola? Quali esperienze hanno aumentato, irrobustito la mia
fede? Quali l'hanno invece messa alla prova o intiepidita?
- Oggi i cristiani sono
in minoranza e ispirare la propria vita al vangelo non è per nulla
scontato. Ma, oltre alle difficoltà, quali opportunità offre questo tempo
alla fede? La rende più pura, più profonda, più essenziale?
Se aveste fede quanto un granellino di
senapa...
Ci
sono vari livelli di fede: c'è quella inconsapevole che solo Dio conosce di chi
cerca un senso nella vita, di chi cerca la verità, la giustizia; c'è la fede di
chi dice di credere, ma, distratto da tante cose, mette di fatto Dio all'ultimo
posto; c'è la fede del discepolo che vuole ogni giorno seguire il suo Signore;
c'è la fede dei martiri...
Gesù
si mostra attento a tutti quelli che vengono a lui, anche a chi ha una fede
piccola, a chi non ha ancora capito, alla gente che magari viene solo per mangiare
gratis e per farsi curare, a chi dubita di lui...
A
volte poi sa vedere e raccontare grandi atti di fede in persone insospettabili:
una povera vedova, un centurione pagano, una peccatrice...
- Ci prendiamo cura
della fede o della non fede dei nostri amici, parenti, colleghi di
lavoro...?
- Tra cristiani, ci
raccontiamo la nostra fede: cosa vuol dire per noi credere in Gesù
Salvatore in quella situazione, in quella famiglia, di fronte a quei
problemi...?
- Quali occasioni
situazioni potrebbero essere favorevoli per iniziare dialoghi di fede:
l'esperienza dell'amore, la nascita e il Battesimo dei figli, la prova e
la malattia, la visita a luoghi, opere d'arte che parlano di Dio...
- La fede sposta le
montagne. Ho mai sperimentato la sua forza? La sua capacità di "sradicare",
di far crescere qualcosa di nuovo dove sembrava impossibile?
Siamo servi inutili
Gesù
non cambia il discorso, ma lo continua. La fede porta al servizio; riconoscere
il Padre porta al servizio dei fratelli; accorgersi dei suoi doni porta a
condividerli. Ma cosa vuol dire essere servi inutili?
- Fare il proprio
lavorio fino in fondo con serietà e serenità. Senza farsi pregare, senza
far pesare il bene che facciamo, senza avanzare pretese, senza lamentarsi
sempre. Far spazio anche agli altri, al loro servizio; saper collaborare,
accettare di non essere sempre al centro, farsi anche da parte se c'è
bisogno...
"Servi inutili" in famiglia
Se i genitori, giunti
alla sera della vita, dicono con il cuore: Siamo servi inutili, allora si
spalanca un orizzonte sconfinato: possono godere della sproporzione tra il
risultato e l'opera delle loro mani; non riducono il figlio a loro prodotto, lo
lanciano alla libertà e lo direzionano là da dove è venuto, il cuore di Dio. È
questo un primo significato del siamo servi inutili: rimanere liberi dal
prodotto delle nostre mani...
Così i genitori evitano
di sentirsi totalmente identificati dalla riuscita del figlio. Quanti
figli-pagella avrebbero bisogno di genitori-servi inutili per guarire dai loro
sensi di colpa e dalle ipoteche che gravano sulle loro spalle.
"Servi inutili" nella chiesa e nella società
Talora mi dico: questa iniziativa, questa opera,
questa istituzione, questo movimento dipende da me; se mi tiro via crolla
tutto... Ma, se una cosa sta in piedi solo grazie a me, allora non viene da Dio,
ma dalla gigantografia del mio io. Questa opera, qualunque essa sia e per
quante fatiche o sforzi mi costi, mi "serve" per sentirmi indispensabile.
(M.Zattoni, G.Gillini, Interno familiare C)
[1] Da
diverse domeniche stiamo seguendo Gesù nel suo cammino verso Gerusalemme. Lungo
la strada lo abbiamo sentito parlare con i suoi di tanti aspetti concreti della
vita: la scelta degli ultimi posti, la misericordia, la condivisione dei beni.
Oggi ci parla di fede e servizio. Domenica prossima della capacità di
ringraziare... E' un vero ritratto del discepolo che Gesù dipinge con tinte
diverse.
[2] Luca
chiama già questi uomini "gli apostoli". Li vede già come mandati a seminare il
vangelo, a testimoniare la potenza della risurrezione, a far crescere la fede,
a servire la comunità.
[3] Occhio
che Luca chiama Gesù col titolo che avrà dopo Pasqua: il Signore. Come dire:
guarda che non andiamo dietro a uno qualunque... Quello che ti sta parlando di
servizio, di perdono... è il Signore risorto e vivo.
[4] Gli
apostoli se ne escono con questa domanda, quando Gesù si mette a parlare di
correzione fraterna e di perdono illimitato.
[5] Gesù ha
raccontato almeno due parabole su questo piccolo seme, capace però do dar vita
ad un discreto arbusto.
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