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Lectio Divina
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La "Lectio Divina", testualmente "Lettura Divina", è un modo particolare di pregare e meditare sulle Sacre Scritture. Ogni settimana ci ritroviamo in cripta per leggere, riflettere e confrontarci sul testo della liturgia della domenica seguente.

L'incontro è aperto a tutti e si svolge - da ottobre a maggio - ogni venerdì alle 20.45 in cripta (per sicurezza consultare il calendario eventi ).
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Commento Lectio 06/07/08 PDF Stampa
05-07-2008

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-30)

In quel tempo, Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.

Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

Venite a me a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Leggiamo

In quel tempo…

È un momento molto difficile per Gesù (capp11-12). La missione non sfonda, la predicazione non è accolta, le città del lago, dove ha iniziato il suo ministero, non si convertono; la gente non lo capisce e gli rinfaccia la sua vicinanza coi pubblicani e i peccatori; i sapienti, gli scribi e i farisei, pretendono sempre nuovi segni e arrivano a dargli perfino dell’indemoniato

In mezzo a questo mare di incomprensione, di chiusura, di pregiudizi, spunta la montagna del nostro vangelo: un vangelo che ci porta in alto e ci fa entrare nella preghiera di Gesù, nel suo dialogo intimo col Padre, nel mistero della sua persona, nella sua coscienza di Figlio, e ci invita a venire a lui, a scoprire la sua sapienza, il suo stile di vita.

È un testo diviso in tre parti: la prima è una preghiera rivolta al Padre, la seconda è una riflessione in prima persona, la terza è un invito rivolto a tutti. Preghiera, riflessione, invito: tre modi con cui Gesù “risponde”, reagisce di fronte all’apparente fallimento della sua missione e anche alla sua delusione.

Ti benedico o Padre…

La prima risposta è la preghiera.

- Al Padre e Signore del cielo e della terra, al Dio vicino e lontano; al Dio che si rivela e si nasconde, al Dio che ci ama ma che resta sempre oltre le nostre vie, le nostre logiche…

- Una preghiera fatta di intimità e di adorazione, di confidenza e di abbandono, dove Gesù sta davanti a Dio davvero da “piccolo”, da umile, senza pretese, come uno che ha ricevuto tutto dal Padre…

- Una preghiera che aiuta Gesù vedete tutto con gli occhi del Padre (5 volte Padre in questi versetti), a comprendere il suo “gioco”, il suo disegno, il suo agire sorprendente che rovescia gli schemi umani.

- Una preghiera che “cambia” Gesù, lo rende davvero mite e umile di cuore, gli fa trovare ristoro e gli fa sentire dolce il suo peso… e trasforma i guai, i lamenti, i rimproveri di prima, in benedizione, in canto di lode. Una preghiera lo porta a dire: “Sì, o Padre…”.

Le hai rivelate, le hai nascoste…

Nella preghiera Gesù comprende le cause del rifiuto, dell’incomprensione di molti: “Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”. Dio si rivela, ma nello stesso tempo si nasconde a chi crede di saper tutto, a chi pretende di imporre a lui le sue logiche…

Il sapiente, il fariseo che crede di raggiungere Dio con i suoi meriti, l’uomo “religioso” che chiude Dio nei suoi schemi, il razionalista che crede di spiegare tutto con la sua testa, l’uomo tecnologico che crede di essere padrone della natura, il ricco che si fa forte dei suoi beni, il potente che pensa di non dover chiedere mai, l’orgoglioso che non ammette i suoi limiti, l’uomo che si chiude nella sua autosufficienza… Tutti questi sapienti e intelligenti di ieri e di oggi non potranno mai capire un Dio che ama gratuitamente, che perdona, che proclama beati i poveri, i miti, gli afflitti, che manifesta la sua gloria in un Crocifisso, che fa scaturire la vita dalla morte, la gioia dal sacrificio. Il vangelo resterà sempre follia per loro.

Tutto mi è stato dato dal Padre mio…

Gesù è arrivato a comprendere il segreto del Padre, il suo modo di pensare e di fare, di rivelarsi e di nascondersi, perché Lui è il Figlio. Qui la preghiera di lode di Gesù si apre ad una confessione intima del rapporto straordinario che lo lega al Padre.

Un rapporto unico di conoscenza, di dono e di accoglienza; un rapporto che lo sostiene e lo fa esultare anche nella prova

Un rapporto che il Figlio non vuole tenere per sé, ma a cui ci vuole far partecipare, una conoscenza che vuole rivelare a chi è disposto ad andargli dietro.

Venite dietro di me…

Gesù, ha capito quello che piace al Padre. Ora invita a imparare da lui questa sapienza. Gesù ha trovato ristoro nel Padre, ora invita altri godere di questo ristoro.

Chi invita? Gli affaticati e oppressi: quelli che, come lui, sentono la fatica e la difficoltà della missione; gli oppressi dalle ingiustizie, dai pesi della vita, dal giudizio degli altri, dal proprio peccato; gli schiacciati dai tanti fardelli che i farisei ponevano sulle spalle senza toccarli nemmeno con un dito (23,4); gli oppressi da una religione del dovere e non dell’amore e della misericordia...

E come ristoro cosa propone? Una vacanza? Qualche sconto sui comandamenti? Un minor impegno? No.

Dice invece, facendo sue le espressioni della Sapienza dell’AT: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime…”

Prendete il mio giogo: il mio amore, il mio servizio, la mia Croce! Affrontate con il mio stile di mitezza e di misericordia, come un Sì al Padre, come un dono da donare. Camminiamo insieme portando lo stesso giogo, diventiamo con-iugi. E troverete ristoro, scoprirete che non siete più soli.

E la vita cambierà colore: non più una vita da schiavi, ma da figli, non più un giogo oppressivo di precetti e di doveri da trascinare stancamente, ma un carico leggero da portare con gioia,

Meditiamo

- Contempliamo Gesù affaticato e oppresso: quali sono stati i suoi pesi, le sue fatiche, le situazioni opprimenti che ha attraversato? Come ha cercato e trovato ristoro?

- Gesù è umile, ma non nasconde la sua dignità di Figlio; è mite e misericordioso, ma sa anche rimproverare. Chiediamo di comprendere meglio il suo animo, per trovare forza e serenità nei nostri animi.

- Affidiamo a Lui le nostre fatiche: situazioni difficili che a volte non riusciamo a reggere, ricordi che ci pesano, relazioni che ci fanno sanguinare, delusioni, ritmi di vita che non ci fanno respirare, ansietà e paure... Chiediamo al Signore di donarci il suo ristoro, la sua pace. Chiediamogli di entrare nella sua preghiera, nel suo sguardo contemplativo, nella sua lode. Chiediamo di saper ringraziare e benedire il Padre anche nei giorni più duri, di saper scorgere il suo disegno anche quando sembra che sia nascosto.

- Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli

Agli occhi illuminati dalla fede si spalanca uno scenario meraviglioso: quello di tantissimi fedeli laici, uomini e donne, che proprio nella vita e nelle attività d'ogni giorno, spesso inosservati o addirittura incompresi, sconosciuti ai grandi della terra ma guardati con amore dal Padre, sono gli operai instancabili che lavorano nella vigna del Signore, sono gli artefici umili e grandi - certo per la potenza della grazia di Dio - della crescita del Regno di Dio nella storia (Giovanni Paolo II, I fedeli laici). Ci viene in mente qualcuno tra i piccoli- grandi uomini del vangelo?

- Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi...

Preghiamo per chi si trova oppresso dalla fame, dalla guerra, dalla mancanza di prospettive; per chi non nessuno a cui gridare. Preghiamo per chi crede di essere messo troppo male, per poter venire al Signore.

- “Prendete il mio giogo e… troverete ristoro!”

Sembra un controsenso: noi diremo piuttosto evita i problemi; scarica i pesi sugli altri; se ti pesa lascia perdere; rinuncia alla responsabilità. Eppure, provare per credere!

Quali ristori e “leggerezze” mi propone il mondo? Quali mi offre il Signore?

Conosco uomini e donne pieni di questo ristoro? Persone che portano carichi pesanti, ma che sono rimaste liete e leggere? Persone molto impegnate ma che sanno ristorare altre?

-“Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”. Ma la vita cristiana per me è un peso o un ristoro?

Preghiamo

Gesù, Figlio che riveli il Padre

Gesù, che ricevi tutto dal Padre

Gesù, mite e umile di cuore

Gesù, che dici Sì al Padre

Gesù, che porti la tua croce

Gesù, rifiutato dai sapienti e dagli intelligenti

Gesù, accolto dai piccoli

Gesù, portato in grembo dalla piccola Maria

Gesù, figlio del carpentiere

Gesù, amico dei pubblicani e dei peccatori

Gesù, ristoro degli affaticati e oppressi

Gesù, stoltezza di Dio più sapiente della sapienza degli uomini

Gesù, debolezza di Dio, più potente della potenza degli uomini

Gesù, che rendi leggeri i nostri pesi

Gesù, che rendi più dolci i nostri impegni

Gesù, speranza degli oppressi

Gesù, ristoro della nostra anima

Gesù, dolcezza senza fine

Gesù, donaci la tua sapienza

Gesù. vogliamo imparare da te

 

 
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