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Commento:" Tutto posso in colui che mi da forza" - Fil 4,12-14.19-20 PDF Stampa
10-10-2008

TUTTO POSSO IN COLUI CHE MI DA FORZA

Domenica 12 ottobre 2008


FILIPPESI 4,12-14.19-20
[12]Fratelli,ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. [13]Tutto posso in colui che mi dà la forza. [14]Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione. [19]Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù. [20]Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen

IL SEGRETO DI ESSERE SODDISFATTI
Questo testo proviene dalla parte finale di Filippesi ( 4,10-20) nella quale Paolo ringrazia la comunità per il sostegno pecuniario inviato per mezzo di Epafrodito. Paolo intratteneva un rapporto particolarmente caloroso con questa comunità, e questo lo aveva aiutato nei primi tempi della sua missione nel nord della Grecia (4,15). L’arrivo del dono della comunità, ora che Paolo si trova imprigionato, era una prova ulteriore dell’attenzione della comunità nei suoi confronti.
Il brano rivela un apostolo che è cresciuto in sapienza nel corso delle numerose avversità sofferte. Pur essendo grato alla comunità per il dono, i rigori del ministero e l’esperienza dell’ imprigionamento gli hanno insegnato a viver con equanimità in tempi di abbondanza e di bisogno. Di più, egli ha imparato che può tutto in Cristo che gli ha dato forza. Effettivamente, il Paolo imprigionato è diventato un modello di cosa significhi vivere in buone e in cattive circostanze. Questo testo parla a una società dei consumi che tiene in grande conto la vita confortevole e una sovrabbondanza di ricchezza. Si vive nell’abbondanza o nel bisogno, ma pochi conoscono il segreto di vivere con ambedue. I predicatori dovrebbero ricordare alle loro comunità che la pace non viene dall’abbondanza dei beni materiali come del resto come una mancanza di beni del genere non può privare della pace. Il segreto della pace è vivere tenendo delle circostanze, specie quando esse possono esserci cambiate e sfuggono al nostro controllo.

TUTTO POSSO IN COLUI CHE MI DA FORZA
L’esperienza di Paolo ci può aiutare a capire che ciò che veste l’uomo non è la sua povertà o la sua ricchezza, ma il suo essere uomo. Un’esperienza chiama l’altra, perché nel tempo la sazietà non è mai definitiva, ma segue e a sua volta genera ancora fame, è interessante pensare a questa dimensione di non finitezza, perché quello che a volte ci disorienta è proprio la precarietà del definitivo. Abbiamo raggiunto un obbiettivo, pensiamo di aver faticato e ottenuto frutti, ci culliamo nell’idea di essere a posto. Questa esigenza ci impedisce di vivere! Essere a posto….ma in che? Stare bene, sazi, non più bisognosi, autosufficienti…..il salario di una tale condizione è la solitudine aspra del fai da te. Quanto è invece vitale aver bisogno dell’altro, sentire i morsi della fame che ti spingono verso il Pane, avvertire la necessita di un amore personale che colmi il vuoto dei momenti più tristi.
Commento dal monastero Janua Coeli.

•    Nonostante la nostra sazietà riusciamo ad essere aperti ai bisogni del prossimo?
•    Ai delle false sicurezze di cui dovresti spogliarti e farne a meno?

AVETE FATTO BENE TUTTAVIA A PRENDERE PARTE ALLA MIA TRIBOLAZIONE
“ Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione….” .L’occasione concreta in cui Paolo scrive è una situazione di difficoltà economica, in cui i Filippesi gli sono venuti incontro. E Paolo ringrazia con gioia, anche se non è sua abitudine accettare compensi economici dalle comunità. E’ consapevole di essere in grado di affrontare ogni difficoltà, se necessario. Ma si rallegra della schietta amicizia dei Filippesi, gli unici da cui accetta aiuti economici,perché sono il segno di una sincera partecipazione alle sofferenze affrontate per il Vangelo.
Commento di don Fulvio Bertellini

•    In che  modo oggi si può collaborare al sostegno delle attività pastorali?
•    A quale ti senti chiamato?

LA GIOIA CRISTIANA
La gioia cristiana trova fondamento nella certezza che il Signore si prende cura di ogni uomo, vegliando sul cuore e sui pensieri( cfr Fil 4,7). Non si tratta pertanto di un semplice benessere psicologico( euforia, entusiasmo) ma è “dono dall’alto”, realtà interiore che permane anche nelle difficoltà della vita.

•    Sappiamo gioire di ciò che il Signore ci dona ogni giorno?
•    Che cosa è per te la gioia?
•    Di cosa gioisci?

PER LA PREGHIERA

GESU NOSTRA FORZA AIUTACI A DONARCI AGLI ALTRI

GESU FORZA DI VITA CUSTODISCI LE NOSTRE FAMIGLIE

GESU FORZA DI AMORE AIUTACI AD ACCOGLIERE IL NOSTRO
PROSSIMO

GESU FORZA DI CARITA’ AIUTACI A NON ESSERE
INDIFFERENTI AI BISOGNI DEL MONDO

GESU GRAZIE PER IL PERDONO CHE CI DONI

GESU GRAZIE PERCHE’  SEI LUCE NEL NOSTRO CAMMINO

GESU GRAZIE PERCHE’ TI DONI NELL’EUCARESTIA

GESU GRAZIE PER IL DONO DELLA FEDE
 
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