06-11-2008 |
"Tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù" (Fil 3,8)
Possiamo interpretare questo versetto in maniere diverse. La più importante è quella che sta alle sue spalle. Paolo non parla qui semplicemente di conoscenza teologica, non dice solo che adesso non deve più osservare scrupolosamente la Legge e che sperimenta Gesù Cristo in libertà. E’ tutto questo, ma c'è anche qualcosa che supera tutto. Essa è una conoscenza esistenziale, una conoscenza per lui tanto affascinante da spingerlo a ritenere tutto il resto come spazzatura (andrebbe tradotto con m…a!). La novità che tanto lo commuove è gnosi sublime, l'appagamento di tutte le aspirazioni, che gli gnostici allora cercavano di assaporare: la scoperta di Dio stesso. E’ questa la vera illuminazione! Nella relazione intima con Gesù si dischiude il mistero della persona e il mistero diDio. (commento di Ansel Grun).
Cosa stai facendo per approfondire questa conoscenza esistenziale con Cristo?
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Paolo vuole partecipare alle sofferenze di Cristo, diventandogli conforme nella morte... e muore come Cristo proprio perchè ha conosciuto Cristo ..... tutto il resto non conta, tutto passa.
A volte , un breve versetto, o anche un solo capitolo , non sempre riesce a far cogliere un messaggio nella sua completezza.
Desideravo aggiungere questi miei pensieri al Bel commento proposto.