11-11-2008 |
“Un certo Anania, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, venne da me (ndr Paolo), mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell’istante io guardai verso di lui e riebbi la vista.” (Atti degli Apostoli 22,12-13)
Cosa sarebbe stata la ‘conversione’ di Paolo senza Anania? Cosa sarebbe stata l’azione di Dio verso Paolo senza Anania? Credo che tutto sarebbe andato dissolto come neve al sole. Anania, questo piccolo discepolo di Damasco è in realtà un grande cristiano. Sì, perché Anania ha avuto l’attitudine di ascoltare la Parola di Dio che lo invitava a uscire dal proprio nascondimento. Ha avuto il coraggio di affrontare un terribile avversario, ma col segno dell’accoglienza e dell’annuncio. Anania compie il sacro gesto dell’apertura verso chi si sta avvicinando alla fede. Egli non solo lo accoglie umanamente (lo spirito di tolleranza!) ma completa il cammino di crescita e di illuminazione (tornò a vedere) fino a offrirgli il battesimo per la fede in Gesù (cfr vv22,14-16).
Anania è simbolo della Chiesa che accoglie i nuovi figli nel battesimo e li unisce nella comunità ecclesiale e si fa maestra dell’iniziazione cristiana.
Quali possono essere gli atteggiamenti di Anania oggi? Come continuare la sua opera verso i “convertiti” di oggi? Cosa fai tu verso chi si avvicina per la prima volta (o torna dopo tanto tempo) alla parrocchia o ai nostri gruppi ecclesiali?
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