16-11-2008 |
“Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” (Atti degli Apostoli 22,6-7)
Che cada da cavallo, come ha dipinto Caravaggio o che cada mentre sta camminando, o che cada interiormente, si tratta sepre di una caduta… e chissà che botta! Saulo-Paolo è caduto non tanto fisicamente, ma interiormente e si tratta diuna cadita salutare! È caduto dalle sue visioni rigide e vecchie su Dio. È caduto dalla sua superbia caratteriale. È caduto dal suo essere persona che risolve i conflitti con la violennza. È caduto dalla sua ignoranza sul Messia. Diciamo che questa caduta è stata importante, anche se rimane un fatto doloroso e sconvolgente. Solo così Saulo è divenuto Paolo, cioè colui che ha capito il messaggio di Gesù nel suo senso più profondo. Come ci farebbero bene anche a noi certe cadute: dai nostri orgogli, dalle nostre preterse di capire tutto edi giudicare tutti, dalle nostre idee vecchie, anche su Dio. Lasciamoci buttare a terra.
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