01-12-2008 |
“Grazia, pace a voi...” (1 Cor 3)
Come si usava a quel tempo, Paolo inizia la lettera salutando. Ma, facendo “esplodere” le formule di saluto classiche del tempo, scomoda subito il Padre e Gesù Cristo. Inoltre, nel suo doppio saluto, manifesta forse la preoccupazione di raggiungere tutta la comunità nelle sue due componenti, quella greca e quella ebraica.
- Lasciamoci raggiungere dal saluto di Dio all’inizio di questo Avvento: dai saluti di grazia e di pace che il nostro brano ci rivolge; dai saluti che hanno riempito di gioia e di luce i personaggi del Natale - Maria, Giuseppe, i pastori; dai saluti bellissimi che ci rivolgiamo all’inizio della Messa e che sono presi in gran parte dalle lettere di Paolo.
- Chissà che effetto facevano i caldi saluti dell’apostolo agli schiavi di Corinto, a quei pochi cristiani in quella grande città cosmopolita? E a noi quelle formule così ricche cosa dicono, quali orizzonti aprono?
- Come saranno i nostri auguri di Natale? Li vogliamo rendere meno formali e più veri? Li vogliamo fare arrivare anche a persone fuori dal giro, magari a chi non riceve saluti da nessuno? Con quali parole, segni, attenzioni, esprimere nei nostri auguri che per noi Natale è Cristo?
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