04-12-2008 |
“Siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suoGesù Cristo, Signore nostro” (1 Cor 1,9)
Nel nostro brano, questa è l’ultima e più articolata menzione del nome di Cristo. Ma, se diamo una contata, ci accorgiamo che in poche righe Gesù è ricordato 6 volte, più altre due in modo implicito.
Nelle sue lettere, dopo il nome di Dio, che appare più di 500 volte, il nome che viene menzionato più spesso è quello di Cristo (380 volte). È dunque importante che ci rendiamo conto di quanto Gesù Cristo possa incidere nella vita di un uomo e quindi anche nella nostra stessa vita (Benedetto XVI).
Quando vaal cuore del suo vangelo, Paolo vede Cristo; quando ringrazia Dio per la sua grazia, per il suo amore, per i suoi doni, pensa a Cristo; quando cerca di risolvere un problema, guarda a Lui.
Per Paolo vivere è Cristo, è comunione profonda con Lui, è inserimento in Lui, è scoprirsi figli nel Figlio, è trovare libertà nella sua signoria.
È questoin fondo lo scopo del Natale: Il Figlio entra in comunione con l’uomo, perché l’uomo sia chiamato alla comunione con Lui.
Riflettiamo sulla centralità di Gesù Cristo nella nostra vita. Anche noi con la fede e il Battesimo siamo chiamati alla comunione con Gesù. Ma lo avvertiamo? Quanto Cristo è oggetto dei nostri pensieri e dei nostri desideri? Quanto è decisivo per le nostre scelte quotidiane?
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