06-12-2008 |
"Voi conoscete la grazia del nostro Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi" (2Cor 8,9).
Preparaci al Natale di Cristo è confrontarci con questo mistero di Dio: egli da ricco che era si è fatto povero. L'incarnazione sarebbe infatti un abbassamento: dalla divinità all'umanità. Non è un fatto trascurabile, nè secondario e Paolo ce lo ricorda. La scelta della povertà è fatta per scegliere di diventare dono. Poveri di beni: per una maggiore libertà e per poterci muovere senza zavorre. Poveri di sè: per fare dono di sè stessi senza invidie. Poveri dentro: per poterci abbassare nelle situazioni più miserabili. Impoveriti di ricchezze: per poter condividere i nostri profitti, in un economia di comunione che promuove ricchezze diffuse.
Farsi poveri con Cristo è una delle vie del Natale. Obbligatoria per il cristiano.
Tu di che cosa devi farti povero? Quali ricchezze hai da dare?
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La nostra società, il nostro sistema economico ci ha invece portati a vedere come “bisogni” altrettanto essenziali cose delle quali potremmo fare a meno, per avere le quali siamo stati e siamo ancora disposti ad indebitarci.
Temo che pure noi cristiani siamo caduti in questa trappola, per cui abbiamo riposto nostre sicurezze nel fatto di poter soddisfare anche questi bisogni. Non riusciamo più a distinguere tra bisogni essenziali e bisogni che tali non lo sono e forse questo non è cristiano, specie quando altri non riescono a soddisfare i bisogni essenziali.
Temo che non ci siamo ancora resi conto che per soddisfare i bisogni non essenziali stiamo consumando e sprecando risorse oltre ogni misura e, prima o poi, il conto va pagato. Se tra qualche giorno un nostro vicino si troverà in cassa integrazione o disoccupato, come ci comporteremo? Vedremo questo come una opportunità per dare un segno cristiano o penseremo che è un problema suo, perché noi non riusciamo a distaccarci da quello che abbiamo?