13-12-2008 |
"Siate sempre lieti" (1 Tess 5,16)
I cristiani di Tessalonica avevano accolto la parola di Dio con la gioia dello Spirito nonostante la tribolazione (1,6). Ora Paolo li invita a persistere in questa gioia. È un invito che attraversa tutto il suo epistolario: siate lieti nella speranza (Rm 12,12); rallegratevi nel Signore sempre (Fil 4,4); siamo afflitti, ma sempre lieti (2Cor 6,10).
Ma cos’ è questa gioia: far finta che tutto vada bene, non vedere i problemi, mascherare le preoccupazioni? Come la gioia – frutto dello Spirito e non solo di un temperamento allegro – può convivere con la sofferenza, con la fatica dell’apostolato, con la persecuzione?
Paolo si sente “collaboratore” della gioia delle sue comunità (cfr 2Cor 1,24). Come annunciare la gioia semplice e genuina del vangelo di fronte ai vuoti, alle solitudini, alle noie, a chi non si stima niente, a chi si accontenta di surrogati di felicità?
Una certa iconografia ci presenta santi un po’ seriosi. Conosciamo invece santi testimoni della gioia? Maria, donna del Magnificat, ci può aiutare in questo Avvento a rendere più profonda la nostra gioia? Ad accorgerci delle grandi cose che il Signore fa nella nostra povertà?
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