25-12-2008 |
"Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò suo Figlio nato da donna" (Gal 4,4)
È nato Gesù. Dio si fa uomo. Il "grande Dio" (Tt 2,13) si fa piccino. Il Verbo spoglia sè stesso assumendo la condizione umana (cfr Fil 2). Perchè? Un incidente di percorso? Una necessità, da superare al più presto? Oppure una scelta, che diventa anche una via per noi? Questa via dell'abbassamento, accettata da Cristo è una strada che apre davanti a noi, affinchè la possiamo percorre per il nostro bene? L'abbassamento può essere inteso infatti come una via di maggiore autenticità per l'uomo: nell'accettazione dei propri limiti (io non arrivo a fare tutto), della propria ignoranza (io non possiedo la verità), della propria fallibilità (io posso sbagliare). Accettare questa realtà umana (di tutti) ci può portare poi anche ad un autentico miglioramento personale: io posso aprirmi all'opinione altrui (per conoscere di più), posso collaborare con altri (per riuscire a fare di più), posso inviare Dio, posso chiedere scusa e non inorgoglirmi dei miei errori.
Gesù Bambino sta iniziando a rischiarare la nostra realtà e sta iniziando a tracciare una strada.
È la via dell'abbassamento dai nostri orgogli esagerati.
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Da quella notte Dio ha dato appuntamento nella fragilità degli umani.
Purtroppo lungo i secoli si è cercato in altre parti, in modelli vincenti, in modelli di perfezione, ma così penso sia perdere l'appuntamento...............che è nella debolezza, nella fragilità nel piccolo, nell'ultimo.........
L'accettare ciò implica un naturale avvicinamento agli altri e una apertura positiva della propria persona.
Ricordo di aver letto una citazione molto bella di Luigi Verdi:
"Mi avvicino a te e ritrovo
ciò che ho perduto,
Mi sorridi e ritrovo
ciò che ho amato"