Opera di pace - Henri Nouwen |
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28-12-2008 |
Il 6 agosto 1945, il giorno in cui la bomba atomica venne per la prima volta usata nella guerra, portare la pace venna a significare qualcosa che prima non poteva significare: il compito di salvare l'umanità dal suicidio collettivo. Il 6 agosto 1945, mentre i cristiani celebravano la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, l'era atomica veniva inaugurata da una luce che incenerì Hiroshima e uccise 125 mila dei suoi abitanti. Quel giorno, la benedizione sugli operatori di pace è diventata la benedizione per il nostro secolo. Il bombardamento di Hiroshima e la corsa alle armi nucleari che ne seguì, hanno fatto della pace il compito centrale dei cristiani. Ci sono molti altri compiti urgenti da portare avanti: l'impegno per il culto, l'evangelizzazione, sanare le divisioni delle chiese, combattere la povertà e la fame nel mondo, difendere i diritti umani. Ma tutti questi compiti sono strettamente legati al compito che sta al di sopra di tutti questi: portare la pace. Portare la pace oggi, significa dare un futuro all'umanità, fare in modo che sia possibile continuare insieme la nostra vita su questo pianeta.
Ognuna delle otto beatitudini che Gesù ha proclamato nel Discorso della montagna è per tutti i popoli e per tutti i tempi. Ma ci sono tempi in cui una parola ha una risonanza più forte di un'altra. Nel XIII secolo, san Francesco mise in primo piano la benedizione dei poveri. Nel XIX secolo molti santi e veggenti richiamarono l'attenzione sulla benedizione dei puri di cuore. Chiaramente, il nostro secolo è il secolo degli operatori di pace. Qoelet dice: «Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo... un tempo per tacere e un tempo per parlare... un tempo per la guerra e un tempo per la pace» (3,1.7s). Questo è il tempo per parlare della pace.
Titolo completo: Opera di pace. Preghiera, resistenza, comunità
Titolo originale: Peacework. Prayer, Resistance, Community (2005)
Editore: Queriniana, Brescia
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