08-01-2009 |
[3.28] Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. [3.29] E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa. (Galati)
La lettera ai Galati di san Paolo è definita come il primo manifesto della libertà cristiana. Nel mondo antico la libertà non apparteneva alla condizione umana ma dipendeva dal proprio stato sociale, per cui netta erala distinzione tra schiavi e liberi. Si era schiavi per sempre. Con l’avvento del movimento cristiano queste distinzioni sono poste in discussione radicale, come dice il brano di oggi. Per Paolo però il soggetto della libertà non è l’uomo in quanto tale ma Cristo che con la sua morte ha riscattato i credenti conferendo una libertà del tutto diversa da quella cui poteva aspirare anche un illuminato come il filosofo schiavo Epitteto. C’è quindi una libertà cristiana che supera i ragionamenti umani, che li previene e che è possibile nel riferimento a Cristo. Non ci sono oggi numerose forme di schiavitù (anche accettate socialmente) ma che in nome di Cristo andrebbero combattute: come le mode, i pregiudizi sociali, le divisioni tra capaci e incapaci… Quante altre?
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