... Scritto da chicco di grano,
16 gennaio 2012, 16:30
fare....... una grossa pulizia interiore, tagliando dal nostro cuore certi rami secchi o spinosi o malati. I rami secchi sono il fatalismo, la rassegnazione, l’indifferenza. Quando chiudi la tendina del tuo cuore sui problemi degli altri, quando dici: “Tanto, a me che interessa?…”, e lasci che il fratello se la sbrighi da solo, annaspando nel fango della tristezza. I nostri mali sono causati non tanto dalla cattiveria di pochi malvagi, ma dalla indifferenza di tanti buoni! Altri rami sull’albero risultano spinosi o sterili. Sono le nostre cattiverie, invidie, le gelosie, i giudizi cattivi, le rabbie coltivate nel cuore. Guai a chi ci tocca. Scattiamo subito, con risposte che feriscono più di un coltello. Ma sento anche che Dio è più grande di noi. Con stupore, in questo periodo,… già intravedo sui rami una fioritura di forte speranza, che supera i nostri calcoli e le nostre paure. Con gli occhi del “contadino” “intravedo” un Dio che sta conducendo la nostra Chiesa ad un cristianesimo di “qualità”, capace di valorizzare il “poco” che abbiamo nelle nostre povere mani. “Intravedo” la fecondità che sgorgherà da tante lacrime sparse… Nasceranno cristiani coraggiosi, maturi, famiglie più unite e solidali e aperte. Non è possibile che tante lacrime siano versate invano. Possano invece fecondare questa nostra terra!
una grossa pulizia interiore, tagliando dal nostro
cuore certi rami secchi o spinosi o malati.
I rami secchi sono il fatalismo, la rassegnazione,
l’indifferenza. Quando chiudi la tendina del tuo
cuore sui problemi degli altri, quando dici: “Tanto,
a me che interessa?…”, e lasci che il fratello
se la sbrighi da solo, annaspando nel fango della
tristezza.
I nostri mali sono causati non tanto dalla cattiveria
di pochi malvagi, ma dalla indifferenza di tanti
buoni! Altri rami sull’albero risultano spinosi o
sterili. Sono le nostre cattiverie, invidie, le gelosie,
i giudizi cattivi, le rabbie coltivate nel cuore.
Guai a chi ci tocca. Scattiamo subito, con risposte
che feriscono più di un coltello.
Ma sento anche che Dio è più grande di noi. Con
stupore, in questo periodo,… già intravedo sui
rami una fioritura di forte speranza, che supera i
nostri calcoli e le nostre paure.
Con gli occhi del “contadino” “intravedo” un
Dio che sta conducendo la nostra Chiesa ad un
cristianesimo di “qualità”, capace di valorizzare il
“poco” che abbiamo nelle nostre povere mani.
“Intravedo” la fecondità che sgorgherà da tante
lacrime sparse… Nasceranno cristiani coraggiosi,
maturi, famiglie più unite e solidali e aperte. Non
è possibile che tante lacrime siano versate invano.
Possano invece fecondare questa nostra terra!