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Il tutto nei frammenti - Sintesi della relazione PDF Stampa
27-03-2009

IL TUTTO NEI FRAMMENTI

don Erio Castellucci 
(San Savino 16-03-09)

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Riportiamo qui di seguito una sintesi della bellissima relazione del teologo don Erio Castellucci del 16-03-09, dal titolo "
Il tutto nei frammenti. Come si comunica Dio nella tua storia, nell'arte, nelle piccole cose?".

* Dio è ovunque c'è qualcosa di autentico

La parola "Tutto" rimanda a Dio; la parola "frammenti" alla nostra vita nei suoi particolari. Sono particolari significativi, che però spesso, per superficialità, non sappiamo distinguere e interpretare. Occorre "mettere degli occhiali" per non perdere questi frammenti che ci portano al tutto. Ci sono delle tracce di Dio nella nostra vita che a volte non vediamo. Non abbiamo lo sguardo allenato.
La frase "Il Tutto nei frammenti" esprime la fede cristiana: Dio è dappertutto, anche se in luoghi e momenti diversificati o di diverso valore. Cristo è presente ovunque ci sia qualcosa di autentico. Gesù si identifica con tutti. Tutti coloro che cercano con il cuore sono sulle tracce di Dio. La sete di buono e di vero di ognuno di noi, nell'arte, nella riflessione, nella pratica dell'amore già ci mette sulle tracce di Dio. Ovunque c'è una persona che cerca la verità, implicitamente essa cerca Dio. Occorre non ricercare lo straordinario, ma i segni ordinari della nostra vita.

 * Gesù è frammento
Il primo "frammento", quello per eccellenza, è il Corpo di Gesù. Dio Infinito si fa frammento storico nell'esistenza concreta di Gesù di Nazareth. Abita un piccolo frammento di terra. In Lui Dio ha scelto di manifestarsi in certe sembianze fisiche, di parlare la lingua di un piccolo popolo, di vivere in una terra sconosciuta, ecc. Questa sembra essere una logica costante: Dio ama le cose piccole e umili, molto più di quelle grandi, famose, e più dei grandi sforzi intellettuali o morali. È la logica di Dio mostrarsi nei frammenti. Dio ama il piccolo, ama farsi presente nelle cose di ogni giorno. Si fa carne, è il suo stile.
Perché? Anticipiamo qui una conclusione: perché Dio è amore e l'amore ha il sapore delle cose quotidiane, piccole, nascoste ma essenziali.

 * Una società frammentata
Se però guardiamo la parola "frammento" da un punto di vista sociologico, ci viene da considerarla in modo negativo. Essa infatti richiama la frammentazione, la disgregazione. Essa esprime ciò che la nostra cultura di fatto è, una "società liquida" (Z. Barman) senza centro, senza senso, senza un'unitarietà di visione, ecc. La nostra società ci appare frammentata, parliamo di "frammentazione di senso".
Questa realtà ci spaventa? Forse, ma se andiamo a fondo nell'idea di Dio presente in ogni frammento, allora possiamo trovare elementi di positività anche dove tutto è frammentato.

 * Chiunque cerchi la verità cerca Dio
"Il Tutto nei frammenti" ci dice infatti che ogni persona porta in sé il germe di Dio. Così io non devo essere spaventato dalla diversità, perché in ognuno c'è un fondo positivo, che tende ad una convergenza: l'unità nell'unico Signore. Se parto da Cristo la diversità non mi spaventa. Così con quest'ottica possiamo guardare tutte le diversità religiose, culturali, di impegno sociale, ecc. Possiamo dire che Dio ha messo in ognuno la nostalgia del Vero, del Bello e del Bene che è Lui stesso. Ovunque ci sono delle tracce di Dio. Ogni persona percepisce questo anelito e si mette come in cammino lasciandosi guidare dalle domande circa la verità, la bellezza e il vero bene. Ne derivano come tre grandi "itinerari": quelli dell'arte (alla ricerca del Bello); quello della filosofia, della scienza e della teologia (alla ricerca del Vero) e quello della pratica dell'amicizia-giustizia-carità (alla ricerca del Bene). Sono tre grandi "cammini" sui quali l'uomo, spesso senza accorgersene, cerca il Trascendente, l'Assoluto, il Tutto. Sono le tre vie attraverso le quali l'uomo da sempre si mette alla ricerca di Dio.

Possiamo così affermare che "chiunque cerchi la verità", anche se si trova su una via sbagliata, "implicitamente cerca Dio" (S. Agostino, Le Confessioni: libro II). Così per chi persegue la via della bellezza e per chi si impegna per il bene dell'uomo.

* Agostino: il cercatore di Dio

Questo cammino, che porta alla scoperta di Dio, possiamo vederlo compiuto nell'esperienza spirituale di sant'Agostino. Egli è "l'uomo della ricerca" attraverso le molte cose della realtà. La sua diventa una ricerca sempre più approfondita alla ricerca di ciò che veramente ‘sazia' il cuore umano. Egli è stato il ricercatore di verità su vie sbagliate, ma che approda infine al Vero.

 * "Per chi crede tutto è segno"
Altra esperienza significativa e toccante è quella di Benedetta Bianchi Porro, una giovane di 27 anni, laureata in medicina, che si ammala di una malattia mortale. Essa arriva a dire: "Per chi crede tutto è segno". Non vuole inneggiare alla creduloneria, ma alla scoperta di ciò che è nel profondo della cose, se visto con la luce della fede: anche nel momento del dolore. Anche la notte del dolore si apre alla luce del Risorto (Dalla Liturgia). Essa scriverà, rispondendo ad un giovane ammalato e disperato, desideroso solo di farla finita: "Fino a tre mesi fa godevo ancora della vista: ora é notte. Però nel mio calvario non sono disperata. Io so che in fondo alla via Gesù mi aspetta. Prima nella poltrona, ora nel letto, che é la mia dimora, ho trovato una sapienza più grande di quella degli uomini. Ho trovato che Dio esiste ed é amore, fedeltà, gioia, certezza, fino alla consumazione dei secoli".
Dio ci parla in tutti i frammenti di vita e ci ridesta la nostalgia di trascendenza, la nostalgia di Lui.

Infine, Dio è là dove l'uomo ama e ha bisogno di amore. Il segno più grande è l'Amore. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,35).

DIBATTITO

* La tensione al vero, al bello al buono è positiva anche se l'oggetto cui pone la propria attenzione è sbagliato?
Si, c'è come un germoglio che va colto e custodito. Certo poi è necessario tenere vivo lo spirito di ricerca (contro l'atteggiamento di chi si ferma sulle cose effimere o si sente già arrivato) con una animo umile (contro l'atteggiamento di chi, con superbia, presume di avere già Dio, con atteggiamento possessivo e manipolatorio: ovvero volgere Dio alle proprie idee e necessità).

* Avere stima anche dei gesti imperfetti di amore, secondo la logica dello sviluppo umano? Anche quelli impuri?
Non spaventiamoci dell'imperfezione, ma teniamo desto un cammino. Anche il santo non è quello che non cade mai, ma quello che si rialza ogni volta... allegramente (cioè con speranza).

* E la prospettiva più dinamica, propria del dinamismo storico?
E' vero i frammenti da soli possono dire poco o non servire a nulla. Occorre imparare anche a cogliere un evolversi della manifestazione del Tutto, che si dipana nel tempo. Dio si mostra durante un cammino, quando ci orientiamo secondo un progetto.

* Come aiutare a passare dalla ricerca fissata su oggetti effimeri ad una ricerca più centrata sugli oggetti importanti?
Ricordatoci che l'uomo, secondo la visione cattolica, è buono e peccatore. Era la visione illuminista (Rousseau) che lo voleva già tutto buono e perfetto, mentre la visione calvinista vedeva l'uomo tutto immerso nel peccato e bisognoso solo della grazia di Dio. Per il cattolicesimo, che situa l'uomo in una posizione intermedia, egli è sì toccato dal peccato, e molto spesso sedotto da esso, ma rimane, in fondo, con le potenzialità di vivere secondo il disegno di Dio. 
 
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