21-04-2009 |
«Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale». (Romani 12,1)
Per il cristiano la fede non deve rimanere teoria, ma diventare principio di vita santa, tutta donata a servizio di Dio e del prossimo. Egli rende così a Dio il vero culto spirituale emanante dalla fede e dalla carità. Questo culto di soave odore può esprimersi in vario modo, sia operando attivamente, sia offrendo l'impotenza a operare a causa di malattie o di altri impedimenti. San Paolo conosceva bene quanto fosse radicato nel mondo pagano il culto del corpo e la raffinata ricerca del piacere; perciò la sua esortazione ai cristiani insisteva sull'unità della persona umana " anima e corpo " tutta consacrata dalla grazia e destinata a condividere la gloria del Cristo risorto. Quale risonanza essa può avere oggi nella nostra società pure ossessionata dalla ricerca del piacere, fino a fare del corpo un idolo, uno strumento di peccato e quindi di schiavitù? Ricorrendo l'anniversario della morte di Giovanni Paolo II, come non pensare a lui che, dopo aver dato alla Chiesa l'Esortazione apostolica Salvifici doloris, negli ultimi anni del suo pontificato, divenuto infermo, impotente persino a parlare, ha portato a compimento l'offerta di se stesso secondo il suo motto Totus tuus? Il profumo del suo olocausto si è veramente diffuso nella Chiesa e in tutto il mondo. (A.M. Canopi)
Come vivi il tuo dolore?
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