«Pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e vegliate con ogni perseveranza». (Efesini 6,18) Nel capitolo 6º della lettera agli Efesini, l'Apostolo si preoccupa di insegnare a quella comunità cristiana l'arte del combattimento spirituale, la strategia della vittoria sugli attacchi del subdolo nemico. L'arma invincibile, dice, è la preghiera. Questa, infatti, ha una carica di forza sovrumana: «Pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito»; è dunque lo Spirito Santo a pregare nel cristiano, e lo Spirito è onnipotenza di Amore. Egli prega senza interruzione e ci tiene vigilanti. Vegliare perseverando in preghiera è come montare da sentinella giorno e notte sulle mura della nostra città, ossia sulla nostra vita interiore e pure sulla dimora di Dio che è la Chiesa e tutta l'umanità. Gesù ha vegliato e pregato a lungo; nella notte del Getsemani la lotta ha raggiunto il suo culmine, fino alle lacrime e al sudore di sangue: «Padre, non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42). «Vegliate e pregate per non entrare in tentazione, perché lo spirito è forte, ma la carne è debole» (Mt 26,41). Nei momenti cruciali della nostra vita, quando, anche senza volerlo, ci accade di rinnegare il Signore con i fatti e con le parole, soltanto la preghiera umile, fiduciosa e perseverante può tenerci attaccati a Dio, darci la salvezza e renderci anche cooperatori della salvezza del mondo. (A. M. Canopi)
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