Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”.
Questa intuizione di Gesù è vera e profonda. Gesù in un attimo della notte di Pasqua è risorto, ma la risurrezione è stata il frutto di un lungo nascondimento (30 anni) a Nazareth in una vita nascosta e prolungata nel silenzio e nel lavoro senza pretese di un falegname.
E’ una legge della natura che i frutti importanti siano il risultato di impegno nascosto e faticoso. Un bambino nasce in poche ore, ma la sua gestazione dura nove mesi. Un esame universitario si esaurisce in mezz’ora, ma la sua preparazione spesso richiede vari mesi.

Con Gesù le cose sono parte di un mistero infinitamente più grande: la sua Resurrezione è il frutto del dono di amore della sua vita, fino alla Croce: in Lui si compie il Mistero nascosto nei secoli. Anche per noi la vita eterna è un dono di Dio, però è frutto di tante opere d’amore. La fretta non dà frutti nella vita spirituale, la pazienza e la fede sì. Se rifiutiamo questa logica, il chicco di grano finirà per essere calpestato o mangiato.
Tutti abbiamo esperimentato i lunghi sacrifici e penso che tutti ne abbiamo raccolto frutti. Non funziona invece prendere tutto e subito