18-09-2010 |
le mosche
L'imam se ne stava seduto presso il trono del
sultano. Quando questi s'assopiva, una mosca gli si posava sul viso ed
egli si svegliava e si colpiva energicamente la faccia con uno
scacciamosche. Esasperato, il sultano domandò all'imam: «Perché Dio ha
creato le mosche?». Quegli rispose: «Dio ha creato le mosche affinché
coloro che agiscono da despoti si sentano impotenti di fronte a un
nonnulla e si castighino con le loro stesse mani». Dalla raccolta Il
vento del deserto racconta, curata da Franco Ometto (Paoline) estraggo
questo breve apologo dalla morale facile e adatta non solo ai sultani e
ai potenti della terra. Viene, infatti, per tutti il momento in cui
l'orgoglio sale e ci si illude di essere imbattibili. La ruota del
pavone si allarga e ci fa procedere con la certezza di essere
formidabili, poderosi, gagliardi, da tutti ammirati. La stessa salute ci
convince che abbiamo di fronte anni e traguardi; il denaro ci assicura
benessere e prosperità.Ma ecco, all'improvviso, una mosca, cioè, fuor di
metafora, quel piccolo intoppo che blocca l'ingranaggio: è una
delusione in amore, una malattia seria, un tracollo finanziario. Inutile
è reagire o agitarsi, anzi, può essere pericoloso smaniare per venirne
fuori perché ti senti come sulle sabbie mobili e, più ti muovi, più
affondi. Con molta semplicità e umiltà bisogna riconoscere di essere
limitati, deboli, fragili, di essere insomma creature e non il Creatore.
C'è, quindi, un insegnamento di sapienza anche nel dolore o
nell'insuccesso. E nel giorno del successo dobbiamo augurarci sempre una
mosca che ci riporti alla nostra vera realtà.
(Mattutino, G.Ravasi)
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