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briciola 29-11-2010 PDF Stampa
29-11-2010
BRICOLE SULLA PREGHIERA
Iniziamo oggi una nuova serie di briciole impostate sul tema della preghiera.
Molti uomini e donne del nostro tempo si definiscono credenti in Dio. Qualcuno crede nella conoscenza del nome di quel Dio: Allah, Adonai, Padre, Gesù, Spirito Santo... Altri credono nelle sue mediazioni, gli Avatar... Altri si dicono impossibilitati a raggiungere la conoscenza del nome e lo definiscono ' Assoluto', " Entità Superiore", " Logos", "Essere"...
Ma comunque sia, per chiunque, possiamo chiederci: 'è possibile approfondire quella fede o quella intuizione? quella 'nostalgia' o 'domanda profonda'? Soprattutto ci chiediamo: 'si può entrare in relazione con questa 'Presenza', per conoscerne il Volto o udirne la Voce o sentire il suo Tocco?
E' questa la via della preghiera che con tanti piccoli spunti cercheremo di sviluppare nelle prossime 'briciole'.
Don Massimo
 Commenti (3)Add Comment
...
Scritto da chicco di grano, 01 dicembre 2010, 14:16
Per quelli che credono nella conoscenza del nome di quel DIo:....

Una suora missionaria stava accuratamente curando le piaghe ripugnanti di un lebbroso.Faceva il suo lavoro sorridendo e chiaccherando con il malato,..come fosse la cosa più naturale del mondo.
Ad un certo punto chiese al malato:
"Tu credi in DIO?"
il pover'uomo la fissò a lungo e poi rispose:
"Si.. ADESSO credo in DIO."
...
Scritto da Rosalba, 01 dicembre 2010, 10:11
Una bella storia per integrare quella di Renato:
Racconto: LA ROSA
Per andare all’università, un ragazzo percorreva ogni giorno, in compagnia di una sua amica, una strada molto frequentata. In un angolo di questa via, c’era sempre una mendicante che chiedeva l’elemosina ai passanti. La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e senza mai alzare gli occhi su chi le dava qualcosa. Il ragazzo non le dava mai nulla, la sua compagna le dava sempre una moneta. Un giorno la giovane, meravigliata gli domandò:”Ma perché non dai mai nulla a quella poveretta?” E lui rispose: “Dovremmo regalare qualcosa al suo cuore, non alle sue mani” Alcuni giorni dopo,arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della mendicante e fece l’atto di andarsene. Allora accadde qualcosa d’inatteso: la mendicante alzò gli occhi, guardò il ragazzo, si sollevò a stento da terra, prese la mano del ragazzo e gliela baciò. Poi se ne andò stringendo la rosa al petto. Non si vide per una settimana. Otto giorni dopo, la mendicante era di nuovo seduta nel solito angolo della strada. Silenziosa e immobile come sempre. “ Ma di che cosa avrà vissuto in tutti questi giorni in cui non ha ricevuto nulla?” chiese l’amica. E il ragazzo rispose:
“ Della rosa!”



...
Scritto da Renato, 30 novembre 2010, 18:06
Penso che un problema del giorno d’oggi sia la capacità che abbiamo nel complicarci la vita, per poi rimanere con idee confuse. Una lettura fatta qualche tempo fa mi ha aiutato a far chiarezza sul termine “credente”. Nel corso di una discussione sulla fede, il filosofo Norberto Bobbio, ateo, chiese ad un suo amico, un cristiano sincero, quale fosse la differenza tra “credente” e “non credente”. Dopo averci pensato un attimo, la risposta fu che lui non faceva questa distinzione ma preferiva classificare le persone tra donne e uomini di buona volontà e donne e uomini di non buona volontà. I primi, si fanno carico degli affari degli altri, i secondi pensano solo agli affari propri. Il filosofo, ateo, rispose di essere d’accordo. La fede non è una cosa astratta ma viene messa alla prova ogni giorno nel confronto con l’altro, anche quando l’altro ci sta antipatico, è un povero, un emarginato, un senza-casa, uno che, anche lui come noi, pretende di mangiare ogni giorno, di dormire la notte in un letto, di vestire come noi. L’ “altro” non è quasi mai a misura nostra, non è l’altro idealizzato ma uno in carne ed ossa che il più delle volte ci disturba, è scorbutico, puzza, è maleducato. A quel punto si fa fatica, molta fatica a farci carico degli affari suoi. Don massimo chiede se si può entrare in relazione con quella presenza che chiamiamo Dio, Allah, ecc… Entrare in contatto con l’altro e riuscire a vedere nel suo volto quello di una “presenza” superiore, non è forse anche questa una via, assieme alla preghiera, per entrare in relazione con Dio?
Matteo 25: “35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.”


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