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20-01-2011
Libri profetici

BARUC


Queste sono le parole del libro che Baruc, figlio di Neria, figlio di Maasia, figlio di Sedecìa, figlio di Asadia, figlio di Chelkia, scrisse a Babilonia nell'anno quinto, il sette del mese, al tempo in cui i Caldei presero Gerusalemme e la diedero alle fiamme.
Baruc lesse le parole di questo libro alla presenza di Jeconia, figlio di Joiakim, re di Giuda, e di tutto il popolo, accorso per ascoltare la lettura del libro, e alla presenza dei potenti, dei figli del re, degli anziani, di tutto il popolo, piccoli e grandi, quanti insomma abitavano a Babilonia presso il fiume Sud. E piangevano, digiunavano e pregavano davanti al Signore. Poi raccolsero del denaro, secondo quel che ognuno poteva dare, e lo mandarono a Gerusalemme al sacerdote Joiakìm, figlio di Chelkia, figlio di Salom, e ai sacerdoti e a tutto il popolo che si trovava con lui a Gerusalemme.


“Signore giusto, perdona il tuo popolo!”


Nell'Antico Testamento c'è anche un libro che, secondo la tradizione, fu scritto da Baruc, il segretario del profeta Geremia, dopo che il regno di Giuda era stato conquistato da Nabucodònosor, re dei Babilonesi, il Tempio di Gerusalemme era stato distrutto e  gli Ebrei erano stati portati in esilio a Babilonia. Il libro veniva usato per le preghiere al Signore nei giorni di festa. Queste sono le sue parole:
“Il Signore è giusto, mentre noi, popolo d'Israele, siamo pieni di vergogna e di disonore. Abbiamo infatti offeso il Signore, gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la sua voce e ci siamo dimenticati di lui. Sin da quando Dio fece uscire i nostri antenati dall'Egitto, liberando il nostro popolo dalla schiavitù, siamo stati ribelli e testardi. Non abbiamo osservato i comandamenti della legge di Mosè, ne' abbiamo ascoltato le parole dei profeti, che il Signore nostro Dio ci aveva comunicato perché ci convertissimo: abbiamo continuato a fare il male e a servire altri dèi.

Per questo il Signore ha lasciato che i nostri nemici trionfassero su di noi e ci ha messo nelle loro mani. Così siamo diventati un popolo disprezzato da tutti, siamo trattati come schiavi. Il Signore nostro Dio infatti è giusto, mentre noi siamo pieni di vergogna e di disonore. Tu però, Signore, non rimanere in collera per sempre con noi, ascolta la nostra preghiera, fa' che i nostri nemici non ci trattino duramente. Volgi su di noi il tuo sguardo, ascolta la nostra preghiera e noi ti loderemo per sempre.
Non ricordare i nostri peccati, Signore Dio nostro, ricordati invece della tua potenza e della tua grande bontà: noi ci siamo pentiti di tutto il male che abbiamo fatto, perdonaci e vieni in nostro aiuto.
Ecco, noi ci troviamo in una terra straniera perché non abbiamo camminato sulla via indicata da Dio, perché abbiamo abbandonato la fonte della sapienza che dona la vita. Molti uomini, ricchi e potenti, hanno cercato di raggiungere la sapienza, hanno provato a conoscere tutte le cose per poter vivere felici a lungo. Uomini saggi di tutti i popoli si sono impegnati in questa ricerca senza successo. Soltanto Dio, infatti, possiede la sapienza, perché lui è il creatore onnipotente. Egli ne ha fatto dono a noi, popolo di Israele, perché nella Legge del Signore si trova la vera sapienza: chi segue i comandamenti, infatti, riceve la vita. Ritorniamo, dunque, alla sapienza, accogliamo la Legge e obbediamo ai suoi precetti! Tra tutti i popoli noi dobbiamo considerarci molto fortunati, perché Dio, nel suo grande amore, ci ha fatto conoscere la sua volontà”.
Dopo un po' di tempo, un altro profeta aggiunse al libro di Baruc queste parole di consolazione e di promessa: “Coraggio, popolo d'Israele: non siete stati sconfitti dagli eserciti del re di Babilonia per essere completamente distrutti, ma perché avete dimenticato il vostro Dio. Egli vi ha castigato, ma può anche perdonarvi e venire in vostro aiuto. Ecco, la città di Gerusalemme è come una donna rimasta senza figli, perché tutti i suoi abitanti sono andati in esilio. E' come una donna che fa penitenza e chiede a Dio di far ritornare i suoi figli.
Voi, popolo di Giuda, figli di Gerusalemme, gridate a Dio, pregatelo ed egli vi libererà dai vostri oppressori. Ritornate a lui con gioia ed egli vi farà ritornare nel vostro paese. Gerusalemme non sarà più come una donna che fa penitenza, ma come una regina splendidamente vestita, perché in essa è ricostruito il Tempio di Dio. Il Signore sarà vicino al suo popolo e in Gerusalemme regneranno la pace e la giustizia per sempre. Israele vivrà nella gioia e nella giustizia, perché grande è l'amore è l'amore di Dio e la sua misericordia non ha fine”.
 
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