OMELIA 30ottobre ( XXXI TOA) *In questa domenica, nella nostra parrocchia, celebriamo la Giornata MissionariaMondiale. In essa vogliamo pregare per i nostri missionari e sostenerli con la nostra elemosina. Mavogliamo anche scoprire che anche noi siamo chiamati ad essere missionari,sempre e qui, anche in Italia, dove molti vivono come se Dio non ci fosse o sifanno ‘distrarre’ da molte cose, fino a perdere il senso della loro vita cheintanto ‘passa e se ne và’. La società occidentale ha bisogno di missionari chegli riportino un annuncio di una ‘speranza affidabile’ (cfr Benedetto XVI , SpeSalvi). *Vorrei però partire col proporvi una lettera recentissima, arrivata alcunigiorni fa, dalla missione di p. Giuliano Gorini, missionario faentino dellaConsolata, il quale gestisce una importante scuola in una zona poverissima delKenia. Cari amici, è andata bene perché la Madonnadelle Grazie a cui è intitolata la scuola, ci ha messo del suo , ma potevamoraccontarci la fine. Mercoledì sera alcuni giovaniarmati hanno assalito la casa di padre Giuliano mentre lui sulla portadella cucina tentava di fermarli, gli hanno sparato, nella lotta ilcolpo l’ha schivato e si è piantato sul soffitto! Cercavano soldi e non trovandolihanno malmenato il Padre e due aiutanti con delle spranghe diferro. Padre Giuliano ha una gambaferita, uno degli aiutanti ha traumi alle costole, pare fossero mussulmaniintegralisti perché inneggiavano a Maometto , padre Giuliano sebbeneincalzato dagli aiutanti a cedere e nonostante le botte, ha detto aquei violenti: “Io mi inginocchio solo davanti aGesù, Signore e Salvatore non davanti a quella gente li”. Ho insistito con padre Giuliano,perché sposti la scuola in una zona più sicura, ma lui teme che con la crisinon si trovino poi i fondi per farlo e ha detto: “devo spendere i soldi per iragazzi, non per i muri, sono un missionario , non ho paura” Noi lo conosciamo , l’unica paurache ha è di non fare la volontà di Dio. Anche questa volta cara Madonna cel’hai fatta e noi siamo qui ad ascoltare i fatti e serbiamo ,come Te, queste cose nel nostro cuore . E’ un cuore un po’ turbatod'altronde questo è il tuo anno e il nostro caro Vescovo l?aveva detto chepotevamo fidarci. *Se il Vangelo di oggi ci richiama ad essere testimoni credibili, possiamo direche il missionario è fra questi testimoni credibili. Circa le esigenzedel mondo occidentale, papa Paolo VI affermava che non ‘occorrono tantomaestri, quanto testimoni’. In una cultura dell’informazione virtuale, di cuiforse non resterà traccia nella storia, abbiamo bisogno di figure credibili cherestino nella nostra memoria con la verità del loro operare e non solo per levalanghe di SMS, chat, e-mail, file, post, ecc inviati e passati. *Il missionario appare credibile per la sua capacità di ‘PARTIRTE’, cioè di lasciarele cose e anche le persone e gli affetti di un passato ormai vissuto, ma per ‘GIOCARSI’ in un’avventurad’amore. Egli ha conosciuto un Amore Grande e ora lo vuole portare. Come diceanche san Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi: ‘come una madre avremmovoluto prenderci cura di voi, fino a dono della vita’ *Il missionario si gioca, mettendo in campo la sua vita DONANDOLA INSACRIFICIO e questo differenzia la sua azione da quella di molte organizzazioni assistenziali chespesso si fermano a prestareservizi. *Infine il missionario attua lo spirito del Vangelo di oggi, in cui si parla diessere ‘servi umili’, egli lo attua, ANNUNCIANDO non sé stesso, ma laPAROLA DI DIO. Perchè è in Gesù che sta la proposta di vita che da quella‘speranza affidabile’ di cui ha bisogno il mondo occidentale. Il centro non èla persona del missioanrio, ma il Vangelo di Gesù. E’ da lì che poi imissionari si adoperano per mostrarlo non solo a parole ma anche nelle opere,pechè da Gesù nasce una società che offe istruzione, lavoro, difesa deidiritti, promozione della pace, come ci ha mostrato papa Benedetto nellapreghiera ad Assisi di giovedì scorso, con gli altri capi religiosi e con i noncredenti, affermando che ‘mai un’autentico rapporto con Dio rende lecita laviolenza, la guerra e il terrorismo’.
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