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19-02-2012

Omelia -19 febbraio 2012

UN INTERROGATIVO

         A noi moderni stupisce e forse infastidisce notare, nel racconto evangelico (MC2,1-12), che Gesù, ad uno che chiede la guarigione del corpo, offra il perdono dei peccati. Cosa c'entra?! Il peccato non è una cosa meno grave di un male fisico?! Non è forse più amorevole chi aiuta nei bisogni del corpo, rispetto a chi si concentra su questioni interiori dell’anima?! Noi contemporanei e troppo materialisti avremmo rovesciato la questione: ‘prima risolviamo i problemi del corpo e poi, se c’è tempo, volontà e sempre nella libera decisione della persona, penseremo a questa ‘cosa’ che è il peccato?!

         Soffermiamoci su questo fatto. Dobbiamo interrogarci per non esser superficiali: la persona è infatti una realtà ampia, con più dimensioni che si toccano e si condizionano.

 

LA VERA PARALISI E’ IL PECCATO

Cogliamo ad esempio nel film Mission un fatto illuminante. Rodrigo Mendoza ex cacciatore di schiavi nel Brasile del 1600,accortosi del male e dei molti omicidi commessi, quindi accortosi del proprio peccato, cosa fa? Si blocca, si chiude in un mutismo assoluto, non vuole più fare nulla , né reagire, sembra lasciarsi morire. In una parola è paralizzato.

 Ci accorgiamo che la realtà del peccato, come adesione al male, abbruttisce l’uomo e lo porta ad essere schiavo di logiche disumanizzanti, egoistiche, depressive. Il peccato paralizza.

         Gli antichi mettevano in connessione diretta il peccato e il male fisico. Cioè pensavano che i mali fisici fossero una punizione divina per il peccato. Gesù rifiuta questa teoria, ma avverte sul fatto che le due realtà si collegano nella persona. Il peccato può fare ammalare il corpo e la malattia del corpo può indebolire nella lotta contro il male morale.

         Potremmo allora dire che per un vero benessere c’è bisogno di essere purificati dal peccato. Il benessere non è una questione primariamente fisica, ma interiore e ultimamente spirituale. Il benessere è pieno quando una persona vive lontano dal peccato ed è protesa al bene, proprio e altrui.

         Nelle omelie delle domeniche scorse, con i vangeli dell’ indemoniato e del lebbroso,abbiamo riflettuto sulla condizione dei malati nel corpo. Oggi dobbiamo cogliere come si può essere paralizzati dal peccato e come è necessario essere liberati da questa male che è il peccato.

 

GESU’ LIBERA DALLA PARALISI DEL PECCATO

         Il brano del Vangelo ci porta guardare a Gesù come liberatore totale dell’ uomo, a partire dalla dimensione interiore e spirituale. Egli libera dalla condizione di malvagità e poi sana il corpo.

         “perch ésappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”

 

- PARALISI DEL CORPO

         Come nel film suddetto, il senso del peccato e della colpa ci può bloccare nel nostro agire. Forse è esperienza di molti questo non sentirsi più degni di fare una cosa, quindi il ritirarsi. Oppure il pensare che davanti ad un errore non ci siano alternative e quindi che saremo destinati a fallire sempre. Pensiamo:io ho peccato, io sono malvagio e quindi io sono da buttare.

         Badate che la risposta a questa riflessione non è: ‘non ci pensare’ , cosa vuoi che sia, sono tutte paranoie!’. C’è invece qualcosa di vero da non trascurare: ilm ale commesso.

         Ma davanti a Gesù che è il volto di Dio misericordioso, troviamo un atteggiamento diverso: ti sono perdonati i peccati, puoi tornare a camminare!

         Gesù è la voce di Dio che in Isaia ci aveva detto:

         “Tu mi hai dato molestia con i peccati,
mi hai stancato con le tue iniquità.
Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso,
e non ricordo più i tuoi peccati».

 

         - PARALISI DELLA COSCIENZA

         Davanti al male può succedere anche che pian piano scegliamo di non ascoltare più la voce della coscienza. Succede un po’ come Pinocchio col grillo parlante. Se la coscienza infastidisce coi suoi richiami, meglio schiacciarla. Ne deriva una paralisi della nostra capacità di giudizio delle cose.

         Ecco però che Gesù libera l’uomo da questo blocco con la forza della sua Parola: ‘io ti dico!... alzati!

         Cogliamo allora l’importanza, all’ inizio del brano di oggi, di Gesù che annunciava la Parola. La sua è una Parola che forma le coscienze, che le rende più sensibili,non solo a riconoscere il male fatto, ma anche a scoprire e a seguire il bene da farsi.

 

DAVANTI A GESU’ MISERICORDIA

         Cogliamo la quaresima imminente come tempo in cui scoprire Gesù liberatore dell’ uomo con la sua Parola che forma la coscienza e che ci dice ‘io ti perdono,alzati e cammina’.

 

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