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06-03-2012
Omelia: TRASFIGURIAMO IL MONDO

Abbiamo ascoltato il vangelo della trasfigurazione. E’ stata un’esperienza unica, vissuta solo da alcuni apostoli, una specie di privilegio. A noi moderni, immersi in ‘questa valle di lacrime’, lontani da quel giorno particolarissimo, ha ancora qualcosa da dire?

 
IL CAMMINO: LA META E IL PASSAGGIO

L’episodio si colloca durante il lungo viaggio che Gesù ha intrapreso verso Gerusalemme, cioè verso il luogo dove compirà la propria missione. Durante questo viaggio Gesù ha iniziato a svelare che egli dovrà patire, morire e risorgere. Queste tre cose sono abbastanza oscure per i discepoli: la sofferenza e la morte del messia sono un’idea contraria ai modelli vincenti del messianismo davidico; la risurrezione, è materia molto dibattuta, comunque qualcosa di oscuro, come rivela alla fine il brano odierno. Poi Gesù ha iniziato a chiedere: chi mi vuol seguire prenda la sua croce e cammini. Tutto ha creato sgomento, confusione nei discepoli. Ecco allora il fatto della Trasfigurazione, nel quale Cristo in un certo senso, mostra, anticipandolo, l’esito della sua missione e anche la meta per la vita di ogni discepolo. La bellezza di quella visione vuole confermare i discepoli nel loro ultimo percorso verso Gerusalemme.

Ma attenzione a non dimenticare che la convinzione di una risurrezione in Cristo, dei corpi, degli animi e dello spirito, non porti a dimenticare il ‘passaggio necessario’ del cammino: la via della croce.

Le letture parallele nella liturgia di oggi, attraverso la simbologia del monte, ci ricordano infatti un altro monte: quello del sacrificio di Isacco. Questo sacrifico si collega con il grande sacrificio che avviene su un altro monte, il Golgota: il sacrifico del Figlio di Dio Gesù. Egli offre sé stesso per amore, rinunciando a tutti gli altri propri diritti.

Ecco una prima conclusione: QUESTO VANGELO DI DICE DI GUARDARE ALLA RISURREZIONE, MASENZA DIMENTICARE LA CROCE. QUESTO VANGELO DICE DI GODERE DELLA GIOIA DELLA RISURRREZIONE, MA GUADAGNANDOLA COL SACRIFICIO DELLA CROCE, DICE DI CAMMINARE VERSO LA RISURREZIONE, MA ACCETTANDO LA VIA DELLA CROCE.

 
VERIFICHIAMOCI

Siamo in Quaresima e siamo spinti averificare se la Comunità Cristiana ha smarrito questa via:

- Ilario di Poitiers: quando ‘non si ferisce più la schiena, ma si accarezza il ventre’; quando ‘non ci spinge verso la libertà imprigionandoci, ma versa la schiavitù onorandoci’; quando ‘non taglia la testa con la spada ma uccide l’anima col denaro’

- BENEDETTO XVI: «Sappiamo come le cose nella società civile e, non di rado, anche nella Chiesa, soffrono per il fatto che molti di coloro ai quali è stata conferita una responsabilità, lavorano per se stessi e non per la comunità, CEDENDO A LOGICHE DI POTERE E NON DI SERVIZIO».

- Bernardo di Chiravalle: ‘L’amarezza della Chiesa è quando la chiesa è perseguitata, è più amara quando la chiesa è divisa, è amarissima quando la chiesa se ne sta in pace’.

 

UNA CHIESA CHE NON SE NE STA IN PACE

Concludo con l’appello a ‘non starcene in pace’. Non significa soffrire perchè le cose non vanno bene attorno a noi, ma significa ‘darsi una mossa’.

Davanti a temi come la crisi economica, (che è definita innanzitutto ‘crisi di fiducia’) e davanti alle violenze cui assistiamo, ad esempio in Val di Susa, credo che noi, comunità cristiana siamo chiamati a scendere in campo. Oggi è il tempo in cui qualcuno aiuti a vedere la trafigurazione del mondo. Oggi è il tempo in cui forze positive scendano in campo: chi sa operare per la conciliazione e non per il conflitto violento, chi sa credere in un futuro possibile e non si arrende, chi ha la creatività della carità e può inventare qualcosa per il bene di tutti e non solo per un’arricchimento personale. La forza della via religiosa è avere questo sguardo sul trasfigurato, sul futuro possibile e desiderabile. Noi cristiani vogliamo essere, con la grazia di Dio, questa forza che aiuta la società ad assistere ad una trasfigurazione possibile.

ADERIRE AL VANGELO DELLA TRASFIGURAZIONE OGGI SIGNIFICA ACCETTARE LA CROCE DI GENERARE IL NUOVO POSSIBILE PER QUESTO MONDO.
 Commenti (1)Add Comment
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Scritto da renato, 07 marzo 2012, 10:04
Il problema è come scendere in campo. L'accenno alle violenze in Val di Susa (e non solo)
mi ha stuzzicato ad approfondire il tema ed ho trovato opinioni, come la seguente:
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/03/06/news/tav_saviano-31013967/?ref=HREA-1
che dovrebbero portare ad una riflessione. La storia insegna che spesso si cerca di spostare l'attenzione su alcuni fatti di violenza, certamente da condannare, per evitare un vero approfondimento dei pro e dei contro. Il cambiamento del mondo passa da piccoli gesti e la conoscenza dei fatti è il primo passo per gestirlo e non esserne succubi. Alla crisi economica siamo arrivati perchè ancor prima sono andati in crisi i valori della vita, siano religiosi o laici, si è piegata la morale e l'etica dei comportamenti all'interesse personale o del gruppo di appartenenza. E questo, purtroppo, è avvenuto grazie anche ad una buona dose di indifferenza nostra.

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