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07-04-2012

IL CATINO DI ACQUA SPORCA….   

( Madeleine Delbrel , francese del ‘900 convertita al cattolicesimo. Ha coniugato in modo esemplare lo spirito contemplativo e quello dell’azione sociale.

 

Se dovessi scegliere una reliquia della tua Passione, Gesù

prenderei proprio quel catino colmo d’acqua sporca.

Girare il mondo con quel recipiente

e ad ogni piede cingermi dell’asciugatoio

e curvarmi giù in basso,

non alzando mai la testa oltre il polpaccio

per non distinguere i nemici dagli amici

e lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo, del drogato,

del carcerato, dell’omicida, di chi non mi saluta più,

di quel compagno per cui non prego mai,

in silenzio,

finché tutti abbiano capito nel mio

il tuo Amore.

 

Abbiamo iniziato la Quaresima nel segno della carità. Vivere la carità verso gli altri ci appariva come una valida testimonianza della nostra fede e ci sembrava un modo attuale per essere testimoni del vangelo. In altre parole, per fare incontrare l’uomo con Gesù Cristo.

I gesti di carità si sono tramutati in fiori, tanto che l’allestimento del deserto nella prima domenica di quaresima , si è tramutato in giardino. Vogliamo consolidare questa convinzione: che il cuore della nostra fede, reso sacramento nell’ Ultima Cena, consiste però nel vivere la carità.

 

Madeleine Delbrel come un buon samaritano dei sobborghi industriali di Parigi, sceglie il segno del catino per la lavanda dei piedi come richiamo all’essenza della carità.

Cosa può volerci dire ancora il catino per la lavanda? Di che cosa dobbiamo lavarci? In che cosa consiste la carità?

·       Madeleine Delbrel vedeva in quel segno un atto universale. Lavare i piedi senza guardare in faccia, perchè nei piedi siamo tutti uguali e la carità deve sorpassare le differenze culturali e umane. Gesù si è offerto per una salvezza universale e tale deve essere l’orizzonte della nostra carità. Giovanni Paolo II diceva che la via della Chiesa è l’uomo, ogni uomo, tutto l’uomo e quindi anche noi dobbiamo metterci su questa strada.

·       Sant’ Agostino nei ‘Discorsi’ diceva che la carità della lavanda dei piedi è riassunta nel perdonarsi a vicenda e nel pregare gli uni per gli altri. Ecco un altro modo di vivere la carità: saperci ‘guardare dentro’ nell’intimo della coscienza, riconoscere la nostra responsabilità, ammettere il nostro egoismo e umilmente chiederci scusa. Reciprocamente offrirci il perdono, con un gesto di accoglienza rinnovata, come ha fatto Gesù durante la sua vita. Egli infatti aveva detto: ‘non sono venuto per i giusti ma per i peccatori’. Egli ha accolto ‘peccatori pubblici’ quali: Matteo Levi, l’adultera, Zaccheo, il buon ladrone… Poi ancora, un primo modo di vivere il perdono reciproco è quello di pregare anche per chi ci ha offeso, lasciando a Dio il più giusto intervento risanatore e invocando per tutti la conversione del cuore.

·       Infine uno spunto sulla carità indicata dal segno del catino che lava, ci viene da papa Benedetto, nella sua lettera sulla Quaresima.

o   Egli scrive: “Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli… La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori».”

o   Ma occorre molta prudenza e sensibilità. Continua il papa: “Il rimprovero cristiano, non è mai animato da spirito di condanna o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello.” Gesù è quel servo mite e umile, che non spezza la canna incrinata , né spegne il lucignolo fumigante. Ma allo stesso tempo egli richiama alla verità dell’uomo e incita al bene.

 

Continuiamo a vivere nella carità come via di salvezza per la nostra anima e per essere testimoni dell’amore di Dio salvatore dell’uomo.


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