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10-04-2012
IL MOTO DELLA RISURREZIONE

Ci diciamo buona Pasqua: si auguri! Ma cosa ci auguriamo?

PARTIAMO DAL FONDO: I FRUTTI

o  I brani della Pasqua come finiscono? Ieri notte, la Maddalena era invitata a ‘correre dagli apostoli’; oggi, Giovanni ‘vide e credette’; stasera i discepoli di Emmaus: ‘non ci ardeva forse il cuore?’, nella prima lettura di oggi c’è Pietro che annuncia. Ecco le parole: movimento, gioia, credere, annunciare: questi sono gli effetti della Pasqua, questo è il dinamismo pasquale. Questo lo speriamo anche per noi e ce lo auguriamo: di poter essere in movimento e non pigri; di poter essere nella gioia e non nella tristezza, di poter credere e non di restare nel nulla, di poter annunciare una buona notizia e non solo sventure.

 

Ma ora vogliamo andare alla radice: com’è cominciata questa scoperta?

·       L’UOMO E LA DONNA CREDENTE… LA CHIESA

o   Alla radice della Pasqua stanno alcune persone concrete. Maddalena e altre donne che sono mosse dall’affetto femminile, pieno di premure, compassione, spirito materno e senso pratico: il corpo è da ungere. Con la loro buona volontà si mettono in cammino e incrociano l’evento pasquale. Poi c’è Pietro, che è colui che entra nel sepolcro vede, osserva, riflette, pensa. Infine Giovanni, di cui si dice essere ‘il discepolo che Gesù amava’. Questi è colui che ha come caratteristica quella di ‘sentirsi amato’, questa è la forza della sua corsa verso il sepolcro.

o   Tutti e tre i gruppi sono uomini e donne di fede, ciascuno con le sue caratteristiche. La fede, come virtù infusa da Dio è condizione per fare esperienza del Risorto.

o   Sappiamo come da qui è partito un dinamismo di trasmissione che ha generato la fede e il ricordo dell’ evento della risurrezione. Di fede in fede, ognuno un po’ a modo suo.  C’è la fede volenterosa di Maddalena, la fede pensosa di Pietro, la fede del cuore di Giovanni.

o   Oggi è la Comunità dei cristiani, la Chiesa che continua questo annuncio specialissimo di Dio, fattosi uomo, morto per noi e risorto vittorioso.

o   Ciascuno di noi ha una sua fede, più o meno sviluppata, più o meno matura, ma sicuramente presente (altrimenti non sareste qui) e diversa gli uni dagli altri. Eppure per tutti c’è questa possibilità di credere alla risurrezione, di farne un’esperienza viva per noi, di sentirsi spinti al movimento, alla gioia, al credere e all’annunciare.

 

Se la domanda di Maddalena all’ inizio era: ‘dove lo hanno posto?’, anche noi un po’ ce lo chiediamo: dove andare con la nostra misera fede a trovare la forza del Risorto?

·       LA LITURGIA MEMORIA DEL RISORTO

o   Pian piano la Chiesa ha custodito l’evento della risurrezione non solo come ‘cosa’ da annunciare, ma come evento da vivere e toccare. In una parola: evento da celebrare. E’ soprattutto nelle azioni liturgiche che questo accade. Esse vogliono essere memoriale perenne della pasqua di Cristo. Come viviamo la partecipazione alle azioni liturgiche? Ci prepariamo? Facciamo silenzio come i discepoli in ricerca  davanti al vuoto della tomba?

o   Al di là del celebrante più o meno bravo è l’azione stessa della liturgia che ci permette di ascoltare, cantare, toccare e sentire una presenza viva e vivificante di Dio in mezzo a noi.

o   La liturgia resta qualcosa di affascinante e misterioso, alla fine diciamo ‘ di misterico’ perchè ci apre ai grandi misteri divini, in particolar modo alla risurrezione.   Per questo la liturgia deve avere un carattere sempre delicatamente festoso. Occorre che impariamo a stare alla scuola della liturgia, ad attingere da essa.

o   Infine coglieremo come ogni domenica, dalla Liturgia nasce movimento, gioia, fede, annuncio di un parola di speranza.

Allora si: in ogni domenica e soprattutto oggi, buona Pasqua di Risurrezione a tutti!

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