IL MOTO DELLA RISURREZIONE
Ci diciamo buona Pasqua: si auguri! Ma cosa ci auguriamo?
PARTIAMO DAL FONDO: I FRUTTI
o I brani della
Pasqua come finiscono? Ieri notte, la Maddalena era invitata a
‘correre dagli apostoli’; oggi, Giovanni ‘vide e credette’;
stasera i discepoli di Emmaus: ‘non ci ardeva forse il cuore?’,
nella prima lettura di oggi c’è Pietro che annuncia. Ecco le
parole: movimento, gioia, credere, annunciare: questi sono gli
effetti della Pasqua, questo è il dinamismo pasquale. Questo lo
speriamo anche per noi e ce lo auguriamo: di poter essere in
movimento e non pigri; di poter essere nella gioia e non nella
tristezza, di poter credere e non di restare nel nulla, di poter
annunciare una buona notizia e non solo sventure.
Ma ora vogliamo andare alla
radice: com’è cominciata questa scoperta?
·
L’UOMO E LA
DONNA CREDENTE… LA CHIESA
o
Alla radice della
Pasqua stanno
alcune persone concrete.
Maddalena e altre donne che sono mosse dall’affetto femminile,
pieno di premure, compassione, spirito materno e senso pratico: il
corpo è da ungere. Con la loro buona volontà si mettono in cammino
e incrociano l’evento pasquale. Poi c’è Pietro, che è colui che
entra nel sepolcro vede, osserva, riflette, pensa. Infine Giovanni,
di cui si dice essere ‘il discepolo che Gesù amava’. Questi è
colui che ha come caratteristica quella di ‘sentirsi amato’,
questa è la forza della sua corsa verso il sepolcro.
o
Tutti e tre i
gruppi sono uomini e donne di fede, ciascuno con le sue
caratteristiche. La
fede, come virtù infusa da Dio è condizione
per fare esperienza del Risorto.
o
Sappiamo come da
qui è partito un dinamismo di trasmissione che ha generato la fede e
il ricordo dell’ evento della risurrezione. Di fede in fede, ognuno
un po’ a modo suo. C’è la fede volenterosa di Maddalena,
la fede pensosa di Pietro, la fede del cuore di Giovanni.
o
Oggi è la
Comunità dei cristiani, la Chiesa che continua questo annuncio
specialissimo di Dio, fattosi uomo, morto per noi e risorto
vittorioso.
o
Ciascuno
di noi ha una sua fede,
più o meno sviluppata, più o meno matura, ma sicuramente presente
(altrimenti non sareste qui) e diversa gli uni dagli altri. Eppure
per tutti c’è questa possibilità di credere alla risurrezione, di
farne un’esperienza viva per noi, di sentirsi spinti al movimento,
alla gioia, al credere e all’annunciare.
Se la domanda di Maddalena
all’ inizio era: ‘dove lo hanno posto?’, anche noi un po’ ce
lo chiediamo: dove andare con la nostra misera fede a trovare la
forza del Risorto?
·
LA LITURGIA
MEMORIA DEL RISORTO
o
Pian piano la
Chiesa ha custodito l’evento della risurrezione non solo come
‘cosa’ da annunciare, ma come evento da vivere e toccare. In una
parola: evento da celebrare. E’ soprattutto nelle azioni liturgiche
che questo accade. Esse vogliono essere memoriale perenne della
pasqua di Cristo. Come viviamo la partecipazione alle azioni
liturgiche? Ci prepariamo? Facciamo
silenzio come i discepoli in ricerca davanti al vuoto della
tomba?
o
Al di là del
celebrante più o meno bravo è l’azione stessa della liturgia che
ci permette di ascoltare, cantare, toccare e sentire una presenza
viva e vivificante di Dio in mezzo a noi.
o
La liturgia resta
qualcosa di affascinante e misterioso, alla fine diciamo ‘ di
misterico’ perchè ci apre ai grandi misteri divini, in particolar
modo alla risurrezione. Per questo la liturgia deve avere
un carattere sempre delicatamente festoso. Occorre che impariamo a
stare alla scuola della liturgia, ad attingere da essa.
o
Infine coglieremo
come ogni domenica, dalla Liturgia nasce movimento, gioia, fede,
annuncio di un parola di speranza.
Allora si: in ogni domenica e
soprattutto oggi, buona Pasqua di Risurrezione a tutti!
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