EUCARISTIA: GESU' CHE SI OFFRE PER
NOI
Carissimi bambini oggi state per ricevere, per la prima volta,
Gesù presente nell’Eucaristia.
Con i vostri catechisti avete scoperto, in questo anno, un aspetto
particolare e importantissimo della Messa: durante il rito chiamato
‘della consacrazione’, per l’opera dello Spirito santo e
l’azione del sacerdote, Gesù viene nel pane e nel vino, che
diventano il suo Corpo e il suo Sangue. Gesù è ora lì presente
realmente, tanto che noi possiamo mangiarlo, toccarlo e adorarlo.
Una prima conclusione: come i nostri genitori ci insegnano a portare
rispetto ad ogni persona, così è bene portare rispetto di Gesù
presente nell’Ostia Consacrata e poi conservato nel tabernacolo.
Portate rispetto a questo luogo sacro per la presenza di Gesù Figlio
di Dio. Portare rispetto usando parole appropriate (non
chiacchierando del più e del meno), col tono della voce ( il
silenzio è un grande segno di rispetto), con l’abbigliamento
modesto, (perché al cento ci dev’essere lui e non noi),
rispettando la pulizia e le cose della chiesa (perché sono sue e non
nostre).
Ma ci facciamo ora una domanda? Cosa ci dice Gesù presente
nell’Ostia Consacrata? Vorrei farvi un piccolo esempio prima di
rispondervi. Se noi prendiamo un pezzo d’oro e ne facciamo un
bellissimo gioiello, noi siamo convinti che quel gioiello valga molto
e vada protetto (rispettato come dicevamo prima). Ma se quel gioiello
lo comprano i nostri genitori e ce lo regalano, quel gioiello
acquista un valore ancora più grande. Esso non solo vale perché è
fatto d’oro, ma perché ce lo hanno regalo i nostri genitori ed è
segno del loro amore! Questo gioiello per noi vale doppio e lo
custodiamo ancora più gelosamente! Così è Gesù nell’Ostia
Consacrata. Quando ci sarà il rito della consacrazione diremo: ‘E’
il Signore Gesù si offre per noi” (dal Canone per la Messa dei
Fanciulli). Sottolineo: si offre! Quel Corpo che abbiamo davanti è
il regalo di Dio pe noi! E’ l’offerta che Gesù ha fatto, donando
sé stesso fino sulla croce, per amore nostro! Così fino ad oggi.
Quell’Ostia ti dice: tu sei importante per me; io ti voglio bene;
io ho offerto la mia vita per te! Ricordiamolo sempre!
Una volta un bambino andò da papa Benedetto, al quale piacciono
molto le domande curiose (e alle quali cerca di rispondere), e gli
disse: “I miei catechisti mi hanno detto che in quel pane
consacrato si fa presente Gesù, ma io non lo vedo”. E’ un po’
la situazione degli apostoli che dal giorno dell’Ascensione non
hanno più un’esperienza visibile di Gesù: “una nube lo
sottrasse alla loro vista”. Essi hanno però continuato a
credere in una sua presenza anche invisibile, soprattutto nel Pane e
nel Vino Consacrati e si sono fatti testimoni di questo passaggio.
Quindi una prima prova è data dal racconto che gli apostoli hanno
fatto e hanno tramandato fino ad oggi. Come dei buoni nonni che ci
raccontano i fatti di una volta, così anche gli apostoli e i
sacerdoti loro successori, custodiscono questa verità. Ma che
risposta ha dato papa Benedetto? Egli ha detto: ci sono cose che non
vediamo eppur ci sono: come la coscienza del nostro ‘io’, che
possiamo chiamare anche anima. In un certo senso nessun dottore può
scoprire dove sta il nostro ‘io’, eppure noi siamo convinti della
nostra unicità e la difendiamo con forza! Oppure è come l’amore:
esso non si misura col microscopio, ma c’è e lo si vede dai
comportamenti esteriori di chi ama. Ecco allora la conclusione di
papa Benedetto: non possiamo vedere al microscopio la presenza divina
di Gesù, ma coglierla dagli effetti che produce in chi lo riceve:
pace, speranza, bontà e carità. Noi questi effetti li
possiamo vedere nel segno dei santi. Pensiamo ai nostri santi
parrocchiali: san Savino che fu vescovo, che guarì un cieco, che
morì martire o a san Francesco d’ Assisi che conosciamo tutti.
Tutti questi avevano la convinzione che le loro opere erano il frutto
dell’Eucaristia che ricevevano.
Per finire allora credo che ricevere oggi l’ Eucaristia vuole
essere l’inizio di un cammino in cui anche noi possiamo diventare
buoni come Gesù e belli come i santi. Come Gesù impariamo ad
offrici per amore. Se prendiamo dalla seconda lettura: qualcuno di
voi può diventare ‘un apostolo’, cioè oggi un sacerdote,
qualcuno può diventare un evangelista cioè come un catechista, uno
può diventare maestro, come i vostri insegnanti a scuola, qualcuno
un pastore, cioè come i genitori che curano i loro figli, o un
profeta, cioè un coraggioso che affronta i grandi problemi della
società per provare e risolverli in nome di Dio. Imparare ad
offrirci per amore e con amore è il frutto di questo Pane che oggi
ricevete che è Gesù offerto per noi.
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