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Monsignor Paolo Taroni PDF Stampa
09-06-2012
Nasce il 15 ottobre 1827 in una famiglia di coltivatori. Per la forte volontà di studio il fratello lo sostituì nei lavori dei campi così che Paolo potè continuare gli studi. Leggendo scoprì la sua vocazione al sacerdozio e una grande  passione alla poesia. Un giorno a passeggio con la mamma udì dei contadinelli che sparsi per la campagna cantavano: “Evviva Maria e chi la creò”. Fu questa la scintilla che accese la sua devozione alla Beata Vergine. A 15 anni promise alla B.V. Maria di recitare ogni giorno il suo ufficio e in un sonetto del 1879 dice:”trilustre appena, insolito un desìo – in cor mi naque di rendermi santo”. Affronta varie difficoltà e prove specialmente nella vocazione sacerdotale e nello studio della teologia alle quali si affida nella preghiera al Signore e nella recita del rosario; nella sua anima combatte una vera e propria battaglia. Il suo amore per la natura e agli studi poetici gli sembrano contrari e disdicevoli al sacro ministero sacerdotale. Diceva: il mondo mi affascina! Come posso diventare prete? Come posso però allontanarmi che ho in animo solo di dir Messa? Anche i colloqui col direttore spirituale non lo calmarono più di tanto. Finalmente il 22 aprile 1849 dopo la comunione avvenne quella che poi Paolo definì la sua seconda conversione perché intrattenendosì con Gesù sacramentato sentì rinascere la vocazione al sacerdozio. Era il giorno della festa di S. Vincenzo Ferreri. Ebbe modo di leggere la Filotea di S. Francesco di Sales dalla cui lettura ricevette un grande conforto. Superati tutti gli ostacoli viene ordinato sacerdote il 22 settembre 1850 e celebra la sua prima Messa a Faenza nella chiesa dell’Osservanza. Passa un periodo di sette anni come cappellano a Felisio poi a S. Pier Laguna dove in ginocchio davanti al SS. Sacramento disse a Gesù: “mi sono messo in testa di farmi santo perché è la sola cosa necessaria!” Si abbandona alla volontà di Dio offrendogli totalmente la sua vita, e all’amore di Gesù sacramentato congiungeva la devozione alla B.V. Maria del rosario il quale diceva: è la scala del Paradiso”. Devotissimo anche dei santi ne trascriveva spesso le numerose sentenze nei suoi scritti. Si adopera inoltre  all’assistenza agli infermi alla predicazione e ad altre opere di zelo. Risanatosi da una gravissima malattia viene chiamato all’uffizio di direttore spirituale nel seminario, ma S. Pier Laguna gli rimase sempre cara per le grazie spirituali ricevute. Il suo carisma di direttore spirituale lo manifestò specialmente nel confessionale ispirandosi ai metodi di S. Filippo Neri e di Don Bosco. “Con la pietà si acquista la santità, con lo studio la dottrina e l’allegria produce la santità”. Fa del confessionale un suo apostolato; esorta alla pratica della preghiera specialmente del rosario quotidiano e alla vita devota consigliando la comunione frequente in grazia di Dio e l’adorazione al SS. Sacramento “perché LUI è là!” La santità diceva è l’unica conta che conta, il fine della vita è questo, ripeteva sempre ai suoi seminaristi… Dio vuole salvare le anime per mezzo dei suoi preti. Si ispirava a Francesco di Sales:”siate semplici e andate alla buona”; chiedete a Dio, alla Vergine, ai santi e ai vostri angeli la grazia di farvi santo dicendo sempre:”sia fatta la Tua volontà”. Mons. Taroni amava i suoi giovani e quando affiorava un problema diceva: “ne parlerò con Gesù e Maria”. Propose di recitare il rosario intero, ogni giorno con intenzioni diverse riservando a se stesso solo la domenica. Aveva tante anime sotto la sua direzione spirituale e non le abbandonava mai, li chiamava “i fiori del mio giardino”. Nel 1877 fu invitato a Torino da don Bosco il quale lo rassicurò che i salesiani sarebbero venuti a Faenza. Il 20 nov. 1881 si inaugurò la casa nel borgo Durbecco. La sua vita interiore era caratterizzata dalla meditazione quotidiana, mortificazione, pazienza, ubbidienza, semplicità cristiana, una grande umiltà e una grande devozione al S.S. Sacramento. Per preparasi alla morte fece il viaggio a Roma dove vide Papa Leone XIII a lui carissimo. Morì il 10 Aprile 1902. La Messa fu celebrata nella chiesa del cimitero a Faenza dove aveva celebrato per la prima volta.

Diocesi di
Faenza – Modigliana:

Germogli di Santità
della nostra terra


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Monsignor Paolo Taroni

Se lui è diventato
santo, perché non posso
diventarlo anch’io?

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