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13-06-2012 |
Giovanni nasce a Cattolica il 15 gennaio 1906. Già durante il servizio militare, aveva impressionato per la sua bontà e la sua sensibilità umana tutti i militari. Nel 1928 entra nell’Ordine Domenicano, dove prende il nome di Domenico. Viene notato dai superiori per le sue doti non comuni tanto che è nominato maestro degli studenti poi dei novizi appena trentenne. Da San Domenico prende ad esempio uno stile di vita dal quale esprime il concetto di santità dove è necessario “santificarsi per santificare”. In questo sta tutta la sua vita sacerdotale serena e gioiosa. Per lui santificarsi vuol dire annunciare la Parola di Dio dopo averla fatta propria, vivere intensamente la Celebrazione Eucaristica, prepararsi al Sacramento della confessione per aiutare la persona che lo riceve all’incontro con Dio, vivere con gioia la propria conversione quotidiana a Cristo. Santificare per lui significa mettere i fedeli in contatto con Dio grazie alla parola e alla testimonianza di vita per poi far scoprire la bellezza dell’amore di Dio ad ogni persona. Il suo apostolato produce molti frutti di santità. Nel periodo della seconda guerra mondiale si ritrova, in seguito a varie vicende, in provincia di Parma a Fontanellato dove svolge vari incarichi: vicario del provinciale, superiore del monastero di San Giuseppe e maestro dei novizi. La sua salute ne risente e finisce per ammalarsi di tubercolosi, ma grazie alla sua forte fibra si riprende. A 42 anni torna a Faenza dove fa da guida spirituale per i sacerdoti diocesani e nel 1949 viene nominato dal Vescovo Mons.Battaglia confessore nel Seminario. A Faenza P.Domenico diventa ben presto un punto di riferimento per sacerdoti, religiosi e religiose della regione, donando fiducia nella vocazione, e per i laici, aiutandoli a scoprire il senso della vita anche nella sofferenza, la vocazione personale, le vie dell’impegno cristiano individuale e sociale. Finita la guerra pensa di realizzare un’opera che da tempo aveva in mente; con l’approvazione dei superiori, inizia a impegnarsi per la fondazione dell’Ara Crucis, un monastero contemplativo di vita claustrale per la santificazione dei sacerdoti. A questa fondazione dedicò una lunga cura formativa fino alla morte. L’Ara Crucis tuttora richiama la figura di P. Domenico che per 44 anni è stato a Faenza un esempio di bontà misericordiosa, come padre e direttore spirituale di anime con consigli sapienti e la sua esemplare e trascinante vita sacerdotale; fu grande esempio per il suo amore verso l’Eucaristia e Maria. Il 13 gennaio 1992 muore mentre la comunità dell’Ara Crucis celebra la Liturgia dei Vespri. Evidente la fama di santità e di grazie, confermata, tre anni dopo, per la traslazione della salma dal cimitero di Faenza all’Ara Crucis. Il 30 ottobre 2010 presso il monastero Ara Crucis di Faenza il vescovo di Faenza-Modigliana S. E. Claudio Stagni ha aperto la causa di beatificazione di P. Domenico Galluzzi.
Diocesi di
Faenza – Modigliana:
Germogli di Santità
della nostra terra
Padre Domenico Galluzzi
Se lui è diventato
santo, perché non posso
diventarlo anch’io?
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Vivere la fede 
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