26-06-2012 |
LA PAGLIUZZA
E' tanto piccola da passare inosservata. E' tanto leggera che non ci fa sentire neanche un po' di fatica. E' li, pagluzza di erba, che magari ha ancora un po' di buon profumo. Eppure può colpire subito all'occhio se la osserviamo in un'altra persona. Notiamo la stonatura, l'irregolarità, il disordine. Un po' di indispone.
A volte ci accorgiamo in noi delle pagliuzze quando ci forano attraverso il vestito o nei calzini. Allora ci accorgiamo anche noi di avercele addosso e le togliamo. Benedetto qual forellino che ci punge e ci 'sveglia' un po'.
" Non guardare la pagliuzza che è nell'occhio del tuo vicino' (Gesù)
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"La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso" ( Mt 6,22).
Gli occhi: questa finestra aperta sul mondo esteriore per coglierne la bellezza, e sul mondo interiore per manifestarne la profondità! Nel Vangelo si parla spesso di occhi e di sguardi: di Gesù degli apostoli dei curiosi degli affascinati e dei ?giudicanti'. L'occhio è davvero la lucerna, o la spia, dell'anima. Le emozioni più intense, le passioni più violente, le gioie e i turbamenti più profondi, quelli che non possono essere tradotti in parole sono comunicati con gli occhi. Lungo il corso dei secoli sono cambiate tante cose, ma non è cambiato l'alfabeto degli occhi: sorriso, lacrime, paura, meraviglia, fiducia?sono uguali dovunque. Eppure spesso gli occhi sono usati male! Soltanto una persona psicologicamente matura sa usare bene gli occhi. Gesù è anche in ciò un modello insuperabile. Su tutte le cose egli porta uno sguardo amorevole e attento.
Nel Vangelo di oggi, Gesù ci rivela una malattia spirituale degli occhi: pagliuzza e trave cosa sono? La pagliuzza è il peccato giudicato nel fratello, qualunque esso sia, la trave è il fatto stesso di giudicare.
Gesù denuncia qui una tendenza innata dell'uomo che possiamo rendere plastica con la favola delle due bisacce di Esopo: Ciascun uomo porta due bisacce, una davanti, l'altra dietro, e ciascuna delle due è piena di difetti, ma quella davanti è piena dei difetti altrui, quella dietro dei difetti dello stesso che la porta. E per questo gli uomini non vedono i difetti che vengono da loro stessi, mentre vedono assai perfettamente quelli altrui.
Siamo strani noi umani, possediamo occhi di lince nello scorgere i difetti del prossimo e siamo talpe cieche quando si tratta dei nostri. Dovremmo semplicemente rovesciare le cose: mettere i nostri difetti sulla bisaccia che abbiamo davanti e i difetti degli altri su quella dietro. Dopo tutto, i nostri difetti sono i soli che dipende da noi modificare e correggere.
Oggi nel mio rientro al cuore chiedo al Signore occhi di bontà e di misericordia.
Occhi puri e semplici donami, Signore, perché io ti veda!