VERIFICARE LA FEDE (omelia)
OMELIA
16 SETTEMBRE 2012 XXIV TOB
Spesso ci sroge una domanda
sulla nostra fede, soprattutto nei momenti difficili. E’ una
domanda sulla qualità della fede.
Le letture vogliono farci
riflettere sulla qualità della nostra fede. Essa in ultimo
dev’essere libera e totale.
Essa è dono di Dio. Cfr la
risposta di Gesù a Pietro dopo la sua professione di fede, secondo
Matteo. La fede allora va invocata nella preghiera.
La fede è un atto libero.
‘Se vuoi’…
Essa risponde alla domanda: ’chi
sono io per te?’
Chi è Gesù per te?
San Francesco: ‘tu
sei il mio Dio e il mio tutto’;
Madre Teresa nel suo diario:
“Gesù è il
mio Dio.
Gesù è il mio sposo.
Gesù è la mia vita.
Gesù è
il mio unico amore.
Gesù è tutto per me.
Gesù, per me, è
l’unico”
Chi è Gesù per te? Prima
dei riti che compiamo e delle abitudini religiose, dobbiamo cercare
sempre di ridare risposta a questa domanda.
Gesù indica anche che questa
fede ci deve coinvolger in tutto noi stessi. Egli dice: “chi
mi vuol seguire rinneghi se stesso prenda la sua croce ogni giorno e
mi segua”
Non basta la fede come
consuetudine della domenica, oppure la fede come talismano per le
prove della vita o come medicina dei momenti difficili.
Ci sono persone che hanno
preso sul serio l’invito totalizzante della fede.
Questa frase del Vangelo ha
animato p Daniele
Badiali, tanto
che la citava spesso nelle sue lettere. Come l’ha applicata?
Partendo per la missione, facendosi carico dei piccoli nell’oratorio.
In un certo modo come dice la seconda lettura: attraverso le opere
della carità. “con le mie opere ti mostrerò la maia fede’.
Questa frase animò anche il
contadino tedesco Franz
Jegerstatter,
uomo semplice ma di una fede profonda, il quale, avendo colto il
progetto omicida di Hitler, attraverso questo brano, trovò la forza
di opporsi al regime. In una letera aveva scritto: “Non
è forse più cristiano offrire sé stesso in sacrificio piuttosto
che, per salvarsi la vita, dover uccider egli altri?”
Così egli rifiuta il servizio militare al servizio di Hitler e va
incontro alla pena capitale, che per noi è martirio. Oggi sulla sua
tomba è scritto: “Chi
perderà la vita per causa mia la troverà. Che giova all’uomo
guadagnare il mondo intero se poi perder la sua anima?”
Egli ha vissuto un po’ come il servo descritto da Isaia nella prima
lettura che mostra un uomo disponibile a seguire la via della fede
fino alle sue più estreme conseguenze, le conseguenze del vero
amore.
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