UNA PORTA APERTA? (omelia 30-09)
E’ bello essere cristiani e scoprire la via della comunità.
Continuiamo a seguire gli insegnamenti di Cristo con la forza della
fede.
Il vangelo di oggi continuano a presentare il discorso esigente di
Gesù rivolto a noi fedeli. Già da qualche domenica abbiamo già
sentito che il suo invito è quello di seguirlo anche ‘in salita’,
anche sulla nostra ‘via crucis’. Oggi vorrei vedere come stiamo
camminando insieme animati dalla fede. Spesso nei cammini estivi coi
ragazzi succede che si creano diversi gruppi: i veloci, i lenti, ecc.
Come stiamo tra noi in relazione alla fede di ciscuno?
Stiamo per inaugurare un anno dedicato alla fede. E’ bello leggere
nella lettera di indizione del papa Benedetto, che ‘la porta della
fede è sempre aperta’. Ci troviamo quindi nella possibilità di
entrare , magari anche adesso, per la grazia di Dio e per una nostra
accoglienza attiva.
Nell’ottica comunitaria accade che
noi è come se siamo anche un po’ i portinai della ‘porta della
fede’ altrui. Dipende anche da noi se quella porta resta aperta o
chiusa.
Giovanni , il ‘figlio del tuono’ l’avrebbe chiusa per alcuni
che ‘scacciavano demoni nel nome di Gesù ma non erano nel gruppo
stabilito’. E noi? Gesù ci invita a guardare in profondità. Dove
opera lo Spirito? Dove da frutto la grazia delle nostre preghiere?
Dal vangelo emerge che ci sono persone che agiscono ‘nel nome di
Gesù’ pur non avendo ancora una piena maturità di fede. Noi oggi
potremmo tradurre questo con: non sono del tutto praticanti, non
appartengono alla comunità parrocchiale o di altri cammini, non
vivono in situazioni regolari, hanno dubbi e resistenze tanto da
dirsi ‘non-credenti’.
Eppure Gesù afferma: ‘chi non è contro di me è per me’. E’
un principio minimo. Questi invece agiscono ‘nel nome di Gesù’.
Diciamo che in qualche modo credono.
Noi li escuderemmo come diceva Giovanni, perchè non ancora perfetti?
Oppure li escluderemmo , come domandava Mosè, perchè siamo gelosi?
Un neo-convertito è sempre anche scomodo e chi si avvicina con nuove
idee ci fa temere di ‘perdere il posto’.
Noi teniamo aperta o chiusa la porta delle fede per queste persone
che sono in cammino? La teniamo comunque aperta scoprendo il buono
‘anche se poco’ che è in loro? Ci mettiamo sulla soglia delle
loro scoperte, delle loro intuizioni, delle rivelazioni ricevute e li
accompagnamo pian pinao ad entrare nella stanza piena del Regno di
Cristo?
Ma ci dobbiamo poi porre un’altra domanda, sulla via della croce
che stiamo seguendo: ‘non è che siamo noi a ‘tarpare le ali
della fede’ a chi sta iniziando a spiccare i primi voli? Ecco
l’avvertimento pesantissimo di Gesù sugli scandali. In ogni caso
lo scandalo è grave perchè toglie le energie buone a chi sta
cercando di seguire la via buona. ‘ Guai a chi scandalizzaerà uno
di questi piccoli, meglio per lui se gli fosse messa una macina al
collo e fosse gettato nel mare’.
Scandali finanziari, sessuali ed affettivi, scandali nelle pubbliche
amministrazioni… ma l’invito epr oi è anche quello di vigilare
sugli scandali nell’ambito della Chiesa. Come fanno male certe
negligenze all’interno della Chiesa. Essa resterà sempre la grande
famiglia di Gesù e la sposa mistica di Cristo, ma come pesano i
gesti e le parole maliziose di alcune persone, gli egoismi di alcuni
uomini di chiesa, le chiusure e le indifferenze che impediscono a
molti di accostarsi e di entrare.
Il nostro cammino dietro a Gesù deve essere, il più possibile,
coerente. Siccome è impossibile , occorre saper chieder anche
perdono e tenere di nuovo la mano al piccolo scandalizzato, fare noi
il primo passo verso di lui o lei.
Non perdiamo il sogno di seguire Cristo insieme, tutti i suoi figlio
e non solo quelli più bravi.
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Un giovane si presentò a un sacerdote e gli disse:
"Cerco Dio".
Il reverendo gli propinò un sermone. Concluso il sermone, il giovane se ne andò triste in cerca del vescovo.
"Cerco Dio".
Monsignore gli lesse una sua lettera pastorale. Terminata la lettura, il giovane, sempre più triste, si recò dal papa.
"Cerco Dio".
Sua santità cominciò a riassumergli la sua ultima enciclica, ma il giovane scoppiò in singhiozzi.
"Perché piangi?", gli chiese il papa del tutto sconcertato.
Cerco Dio e mi offrono parole.
Quella notte il sacerdote, il vescovo e il papa fecero un medesimo sogno. Sognarono che morivano di sete e che qualcuno cercava di dar loro sollievo con un lungo discorso sull'acqua.