L'UNITA' DEL MATRIMONIO (omelia)
* Il Vangelo di oggi ci parla di matrimonio. Dire matrimonio
nella bibbia, significa dire un’unione
tra un uomo e una donna , con un patto ufficiale, pubblico, definitivo,
sigillato dalla grazia di Dio. L’origine di questo realtà ci è raccontata già
nel momento della creazione dell’uomo, con le parole di Dio: ‘ non è bene che
l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia corrispondente…. Per
questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due
saranno una carne sola’.
Tutte le culture dell’uomo , di qualsiasi latitudine, tempo
storico e appartenenza religiosa, hanno
conosciuto, promosso, celebrato, difeso la realtà del matrimonio.
* Le parole della Genesi vengono riprese e confermate da
Gesù: “l’uomo non separi ciò che Dio ha congiunto’. Il matrimonio quindi significa
un’unità particolare tra uomo e donna. Un’unità che è ‘alta’, ‘profonda’,
‘terrena’, “eterna”. “Alta” perchè prende somiglianza dall’unione di Dio
Trinità. “ Profonda” perchè è un’unione che crea una comunione tale da essere
sacra”. “Terrena” perchè si costruisce e si vive a partire dai gesti della
tenerezza e dell’equilibrio umano, nel quotidiano. “Eterna” perchè è un’unione
d’amore che avrà un seguito nella Comunione dei Santi nel Paradiso.
* Ora mi piace cantare l’unione matrimoniale con le parole
del poeta di origine libanese Gibran: “
Voi siete nati insieme, e insieme starete per
sempre.
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i
vostri giorni.
Sì, insieme anche nella tacita memoria di Dio.
Ma vi siano spazi
nella vostra unione,
e fate che i celesti venti danzino tra voi. Cantate e
danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo,
così come le
corde di un liuto son sole benchè vibrino della stessa musica.Datevi il cuore,
ma l’uno non sia in custodia dell’altro.
Poichè solo la mano della Vita può
contenere entrambi i cuori.
E restate uniti, benchè non troppo vicini
insieme,
poichè le colonne del tempio restano tra loro distanti,
e la quercia e
il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.
Kahlil Gibran
* Ci deve far riflettere che la narrazione sull’origine del
matrimonio si trovi immediatamente dopo la creazione stessa dell’uomo e quindi
della donna. Ciò rivela l’importanza della realtà matrimoniale innanzitutto per
la persona stessa, per l’equilibrio interiore, fisico, psichico e affettivo e
anche per la propria santificazione nell’amore. Il Concilio Vaticano II di cui
ricorre tra breve il 50° dell’indizione, ha segnato una riscoperta: la via di
santità possibile per ogni fedele battezzato. Di conseguenza, viene ribadito,
che il matrimonio è via di santificazione. Ma oltre che per il benessere e la
santificazione della persona , il matrimonio è ‘cellula viva’ del corpo
sociale. Esso il matrimonio è l’elemento più idoneo e opportuno alla vita, diventandone grembo, casa e scuola della
vita. Grembo, perchè in esso si genera la vita. Casa perchè in esso si sente il calore necessario ad un
normale sviluppo affettivo . Scuola perchè in esso si trasmettono con sapienza
gli elementi cognitivi e comportamentali per affrontare il futuro.
* Ma la domanda iniziale del vangelo, posta dai farisei a
Gesù ci richiama immediatamente alla fatica del matrimonio, alle sue
degenerazioni e possibili fallimenti. Quale soluzione alle crisi matrimoniali?
Tema difficile, che la legislazione civile prova a risolvere ammettendo, sempre più
velocemente, separazioni e divorzi. Crisi che la Chiesa oggi cerca di prevenire
con la formazione dei fidanzati, con la difesa, anche a livello civile,
dell’istituzione matrimoniale come valore irrinunciabile e anche infine con la verifica, eventuale, della
nullità matrimoniale.
* Ma cosa
fa Gesù oggi? Prende un bambino come modello e ci invita a guardare la vita e
ad accogliere il regno presente, come un bambino, che immediatamente benedice.
Gesù richiama ad alcuni elementi di base, che diventano anche ‘pietra solida’
su cui costruire il matrimonio. Il bambino è simbolo di fiducia. Questo
elemento è essenziale anche nell’affrontare il matrimonio. Fiducia in sé,
innanzitutto e nella vita che ha le sue potenzialità. Poi fiducia in Dio. Il
bambino è anche conscio della sua piccolezza. Così dev’essere di ciascuno che
si incammina nel matrimonio: non per bloccarsi, ma per instaurare una relazione
di chiamata dell’altro, di richiesta di aiuto. Gesù infine benedice il bambino.
Si tratta di invocare Dio , di metterlo con la celebrazione del sacramento, ai
piedi e sopra la nostra unione umana. Un bambino sa che senza la benedizione di
Dio nulla, o poco , è possibile! Cresciamo nello spirito dei bambini evangelici
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