08-11-2012 |
Accoglienza
Il buon pastore va in cerca della pecorella perduta e quando la
ritrova "pieno di gioia, se la mette sulle spalle, e va casa e
chiama gli amici..." (cfr Lc 15,5).
Davanti a questa scena, che esprime il cuore di Dio e la missione di
Gesù fattosi uomo per la nostra salvezza, ci è chiediamo: come
viverla? Oppure come viene disattesa?
C'è chi ha detto che noi oggi ‘curiamo l'unica pecorella
rimasta nell'ovile e tralasciamo le altre'. C'è chi dice che
‘chiudiamo la porta alla pecorella perdita che spontaneamente
ritorna all'ovile'. Sembra che siamo a volte preoccupati più di
stabilire le regole di un vero ritorno, più che esprimere la gioia,
il metterla sulle spalle, l'andare a casa e portarla agli amici...
Cosa vede un uomo o donna che cerca Dio quando incontra la ‘gente
di chiesa"? Come la trattiamo? Che spazio le diamo? Non sia anche
che una volta ritornata all'ovile, la pecorella decida di
rifuggire!
|
"Da chi andremo?
Per molti oggi la Chiesa è sinonimo di severità, di noia, di divieti. Sarebbe bello invece che la gente la vedesse con le braccia aperte, come Gesù l’ha pensata. Quando Gesù dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28) dà un volto preciso alla Sua Chiesa. Se un uomo vive un momento di angoscia senza fine, da chi può andare? Se un odio improvviso è pronto a far diventare la sua vita una follia, una mano chi gliela può dare? Se è divorziato, che futuro può avere nella Chiesa? Se un ragazzo lotta con la sua omosessualità, se il suo corpo ribolle di sensazioni, chi lo può aiutare a districarsi? Se un ex carcerato assassino dopo aver scontato la pena continua a non dormire di notte per il rimorso, chi lo acquieta? Se mille giovani sono attratti dall’autodistruzione, chi è capace di guardarli negli occhi con tenerezza e ascoltarli? Se l’uomo o la donna di Chiesa hanno il bastone in mano, il giudizio sulle labbra, la durezza nel cuore, sono severi e basta, questa gente da chi andrà? Magari da una cartomante, da un guru, in qualche setta, ma non più verso la Chiesa. Non possiamo ignorarlo, né accontentarci di essere quelli che stanno dentro." (Ernesto Olivero)