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briciola 11-12-2012 |
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11-12-2012 |
Il tuo volto Signore io cerco
LE
ORECCHIE DI GESU'
LE ORECCHIE DI GESU'
13Ed
ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un
villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da
Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di
tutto quello che era accaduto. 15Mentre
conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e
camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano
impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse
loro: «Che cosa sono questi discorsi che state
facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste;
18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose:
«Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è
accaduto in questi giorni?». 19Domandò
loro: «Che cosa?». (Lc 24,13-19) LE NOSTRE ORECCHIE
28Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva
uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò:
«Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù
rispose: «Il primo è:Ascolta, Israele! Il Signore
nostro Dio è l'unico Signore; 30amerai il Signore
tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con
tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il
secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso.
SPUNTI BIBLICI
La gente si rivolge spesso a Gesù perchè
sa di essere ascoltata. Egli accoglie le domande immediate di
guarigione o i bisogni vari. Ascolta anche le domande sul futuro
dell'eternità, sulla vita buona da seguire, ecc. Le orecchie di Gesù
sono espressione dell'orecchio di Dio che ascolta il suo popolo.
Eppure nell'Antico Testamento troviamo preghiere che cercano di
essere come un grido che vuole svegliare Dio dal suo ‘non ascolto'.
Così , ai giorni nostri ha pregato anche papa Benedetto ad
Auschwitz, citando il salmo 44: Svégliati, perché dormi,
Signore? Déstati, non ci respingere per sempre! Perché nascondi il
tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione? Poiché siamo
prostrati nella polvere, il nostro corpo è steso a terra. Sorgi,
vieni in nostro aiuto; salvaci per la tua misericordia. Vediamo
che anche Gesù in alcuni casi sembra non ascoltare: ad esempio con
Pilato, quando ad un certo punto, durante il processo, la sua domanda
‘cos'è la verità?' non viene accolta. Se il cuore umano è
‘duro', Gesù si mostra sordo. Di conseguenza commenta Enzo
Bianchi, che se ci sembra di non essere ascoltati da Dio, dovremmo
anche chiederci se noi siamo capaci di ascoltare la sua Parola. In
altre parole non è che i sordi siamo noi? Appunto: abbiamo il ‘cuore
indurito?' Il brano di Gesù con i discepoli di Emmaus ci rivela uno
stile particolare dell' ascoltare di Gesù, fatto anche di gesti e di
domande. Egli prima di tutto "si avvicinò e camminava con
loro". Il ‘farsi vicino' può esprimere un cercare di entrare
nel loro mondo personale. Il ‘camminare con loro' è segno di una
condivisione che permette di vivere direttamente le situazioni
dell'altro. Questi atteggiamenti previ creano una relazione di
comunicazione, nella quale c'è l'ascolto vero e proprio, ma
nella quale chi deve parlare si sente più libero di parlare. Un
secondo particolare dell'ascolto di Gesù è quello di fare domande:
cosa sono questi discorsi?", ‘cosa è successo?". In
fondo Gesù non vuole ascoltare solo un lamento triste o uno sfogo,
ma vuole portare i discepoli al cuore del loro problema. Potremmo
dire che il suo non è un ascolto ‘consolatorio' (passivo, pur col
suo valore di vicinanza) , ma è un ascolto ‘rivelativo' (attivo,
che vuole condurre l'interlocutore ad una verità più profonda, che
magari neppure lui ,all'inizio ha ben chiaro.
LA VIRTU'
DELL'ASCOLTO
Tutti parlano di ascolto, ma pochi lo attuano.
L'ascolto infatti è un'arte difficile. E' più facile parlare che
ascoltare. E' più facile dare sentenze sull'impressione esteriore.
Ma questo non è frutto dell'ascolto. L'ascolto è una virtù innanzi
tutto personale, poi relazionale. Imparare ad ascoltare infatti ci fa
prima di tutto crescere in una trascendenza. Cioè noi usciamo dal
nostro io solitario e ci apriamo all' altro e ad un Oltre e ad un
Altro. Dovremmo sempre sforzarci di ascoltare per essere migliori.
Dovremmo ascoltare per essere come Dio che ascolta il grido umano.
Rifletteremo sull'ascolto seguendo la risposta di Gesù sul
comandamento più grande: quindi un ascolto verso Dio , poi verso gli
altri e infine verso sé stessi. Ma diciamo che quest'ultimo diventa
decisivo. Se sappiamo ascoltare e capire noi stessi, saremo capaci di
ascoltare e capire di più gli altri e Dio stesso.
ASCOLTARE
LA PAROLA
Nel brano del Vangelo di Marco il grande
comandamento comincia, come nel credo ebraico, con ‘ascolta'.
Questo imperativo però è da leggersi alla luce delle affermazioni
seguenti, cioè come un atto di amore. Ascoltare per amore di Dio.
Rovesciando: se amiamo Dio allora lo ascoltiamo. Ci chiediamo in che
modo e quando ascoltiamo Dio. La nostra preghiera è ascolto? Se lui
ascolta me, io ascolto lui! Padre Cencini spiega l' ascolto della
Parola di Dio con un ventaglio di azioni progressive, che magari si
svolgono anche solo attorno ad una piccola frase del giorno (il ‘pane
quotidano') :
1) desiderare la Parola;
2) leggere le
Scritture;
3) Studiare la Bibbia;
4) Comprendere con la
Chiesa;
5) Meditare ogni giorno e lasciarmi interrogare;
6)
pregare che la Parola si attui;
7) scegliere e agire secondo la
Parola;
8) verificare la giornata sulla Parola;
9)
contemplare la Parola che si è realizzata;
10) Ringraziare Dio
per la Parola
ASCOLTARE IL FRATELLO
L'episodio dei
discepoli di Emmaus ci può dare spunti anche sull'ascolto del
fratello, motivato dall'amore. Rivediamo alcuni particolari:
1)
farsi vicino: che non significa solo avvicinamento fisico, ma
‘volontà di ascoltare', ‘darsi tempo', ‘mettere attenzione',
‘lasciar da parte altre cose', ‘guardarsi' ;
2) camminare
insieme: significa il mettersi nei panni dell'altro, provare a
sentire come sente lui;
3) ascoltare: è l'atto fisico
preciso che cerca però di cogliere i suoni e anche di vedere i
comportamenti (linguaggio non verbale);
4) interrogare = è
un modo per far riflettere chi parla e approfondire il suo discorso;
5) pazientare = non si arriva subito alla conclusione e
alla comprensione, ci vuole tempo;
6) arrivare al cuore del
problema = pian piano, conoscendosi nel tempo, si può arrivare
(tutte e due le persone!) a cogliere aspetti del discorso che prima
non erano ben capiti e sviluppati (ascolto rivelativo).
ASCOLTARE
SE' STESSI
Ma è importante anche quell'ascolto di noi
stessi, motivato dall'amore per sé. Diventa il conoscersi. Ci si
conosce come fa un'esploratore che piano piano, giorno dopo giorno
compone una nuova mappa: Si deve partire da fatti concreti, per
ascoltarsi e riascoltarsi. Quindi è bene:
1) prima
ricostruire un episodio.
2) Poi ci si può domandare se c'erano,
in quell'episodio, delle emozioni particolari. Possono essercene più
di una.
3) Poi possiamo vedere i comportamenti che abbiamo avuto.
4) Quali pensieri sono emersi, quali ‘voci' interiori,
5)
Quindi infine provare a chiedersi ‘cosa mi ha mosso'?
Giorno
dopo giorno realizzeremo la conoscenza di noi stessi.
IL
DECALOGO DELL' ASCOLTARE
1. L'ASCOLTO VIENE PRIMA DEL
PARLARE E DEL GIUDICARE
ASCOLTO DI SE'
2. IN UNA CERTA
SITUAZIONE CONCRETA CHIEDITI: QUALI EMOZIONI HO PROVATO?
3.
IN UNA CERTA SITUAZIONE CONCRETA CHIEDITI: COME MI SONO COMPORTATO?
4. DAVANTI AD UNA PERSONA CONCRETA: COSA
HO PROVATO?
ASCOLTO DEGLI ALTRI
5.
ASCOLTA LE PAROLE E LA SUA NARRAZIONE
6.
ASCOLTA GUARDANDO LA GESTUALITA' DI CHI TI E' DAVANTI
7.
PROVA A METTERTI NEI SUOI PANNI
ASCOLTO DI DIO
8. ASCOLTA
GUARDANDO LA CREAZIONE E INTERROGATI
9.
ASCOLTA LEGGENDO LA BIBBIA E MEDITANDOLA
10. ASCOLTA
LA PAROLA DEL PAPA , DEI VESCOVI E DEI FRATELLI CRISTIANI
PREGHIERA CONCLUSIVA
O Signore, donaci di vivere in
profondo ascolto dello Spirito che parla alla chiesa, rendici umili e
arditi apostoli, affinché siamo pronti ad una azione
evangelizzatrice attenta alle sfide e alle attese delle giovani
generazioni , Amen
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