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briciola 18-12-2012 PDF Stampa
18-12-2012
NOVENA NATALE /1
Oggi ci accompagna Giuseppe. Anch'egli riceve la rivelazione della nascita del figlio di Dio per mezzo di Maria. Egli riceve l'incarico di dargli il nome di Gesù, che signofica Dio salva.
Qual'è il modo di Giuseppe di stare di fronte a questa notizia? Cosa ha da dirci lui oggi?
Giuseppe è l'uomo del silenzio. Egli non dice parola. Questa è un richiamo al valore del silenzio in un mondo fatto di rumori e di distrazioni. Il silenzio è spazio in cui entra una Presenza e può essere percepita. 
Giuseppe è poi l'uomo dell'obbedienza istantanea. Egli non commenta, non fa ragionamenti, ma si mette subito in movimento. La parola di Dio si realizza nel momento in cui noi cominciamo a seguirla e non aspettandola. Proviamo anche noi a sospendere i ragionamenti, la voglia di capire tutto e di spiegare tutto. Accettiamo un Mistero che lentamente si svela se noi accettiamo di 'aprire quella porta'.
Giuseppe è un grande santo, mentre noi lo dimentichiamo spesso!
 Commenti (2)Add Comment
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Scritto da chicco di grano, 18 dicembre 2012, 20:09
E' proprio vero...Giuseppe c'invita a prepararci e a preparare la nostra casa esteriore e interiore a questo profondo ...importante Evento che è il S.Natale.
Mi suscita tenerezza pensare alla capanna di Betlemme...una capanna umile.....semplice.....lontana dai rumori,dove DIO si è fatto uomo.
Una capanna permeata da un silenzio di ascolto,adorazione e divina comunione....
Terapia stupenda ,che ci consiglia Giuseppe attraverso i suoi atteggiamenti.....
San Giuseppe un santo che ci puo' essere molto utile nei nostri cammini....per la sua pazienza....per la sua docilita'.....stupenda docilità; egli non discute, ma, nell’ossequio alla parola a lui detta, accetta il suo compito: «Non temere di prendere Maria quale tua sposa, poiché quel che è nato in lei è opera dello Spirito Santo» (Mt 1,20).
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Scritto da davide, 18 dicembre 2012, 19:40
le parole pronunciate da Benedetto XVI all'angelus del 18 dicembre 2005 e dedicate a questa gigantesca figura di uomo cristiano, di marito e padre esemplare. Un invito a riflettere sulla vita interiore, sul valore del silenzio e della contemplazione.
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Cari fratelli e sorelle!
In questi ultimi giorni dell’Avvento la liturgia ci invita a contemplare in modo speciale la Vergine Maria e san Giuseppe, che hanno vissuto con intensità unica il tempo dell’attesa e della preparazione della nascita di Gesù. Desidero quest’oggi rivolgere lo sguardo alla figura di san Giuseppe. Nell’odierna pagina evangelica san Luca presenta la Vergine Maria come "sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe" (Lc 1,27). E’ però l’evangelista Matteo a dare maggior risalto al padre putativo di Gesù, sottolineando che, per suo tramite, il Bambino risultava legalmente inserito nella discendenza davidica e realizzava così le Scritture, nelle quali il Messia era profetizzato come "figlio di Davide".
Ma il ruolo di Giuseppe non può certo ridursi a questo aspetto legale. Egli è modello dell’uomo "giusto" (Mt 1,19), che in perfetta sintonia con la sua sposa accoglie il Figlio di Dio fatto uomo e veglia sulla sua crescita umana. Per questo, nei giorni che precedono il Natale, è quanto mai opportuno stabilire una sorta di colloquio spirituale con san Giuseppe, perché egli ci aiuti a vivere in pienezza questo grande mistero della fede.
L’amato Papa Giovanni Paolo II, che era molto devoto di san Giuseppe, ci ha lasciato una mirabile meditazione a lui dedicata nell’Esortazione apostolica Redemptoris Custos, "Custode del Redentore".
Tra i molti aspetti che pone in luce, un accento particolare dedica al silenzio di san Giuseppe. Il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini. In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione.
Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all’unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con gli avvenimenti della vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza. Non si esagera se si pensa che proprio dal "padre" Giuseppe Gesù abbia appreso – sul piano umano – quella robusta interiorità che è presupposto dell’autentica giustizia, la "giustizia superiore", che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr Mt 5,20).
Lasciamoci "contagiare" dal silenzio di san Giuseppe! Ne abbiamo tanto bisogno, in un mondo spesso troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l’ascolto della voce di Dio. In questo tempo di preparazione al Natale coltiviamo il raccoglimento interiore, per accogliere e custodire Gesù nella nostra vita.

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