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Commento Lectio 08/07/2007 PDF Stampa
08-07-2007
PER LA LETTURA
È l'invio in missione dei 72 ( prima c'era stato quello dei dodici – Lc 9,1-6). Ci dice che la missione non è affidata ad un unico gruppetto, ma fa parte integrante della vocazione cristiana.
"Li inviò" = la missione suppone un'invio da parte del Maestro. Ogni missionario deve rendersene conto. Occorre superare l'autodeterminazione. Anche la verifica (contenuti, fedeltà, risultato) è da farsi in base a ciò che è richiesto da chi ha inviato.
"In ogni città e luogo dove stava per recarsi" = non si aspetta che sia le persone a cercare il maestro. Sono i missionari di Gesù che devono andare a cercare i popoli. Il cristiano deve cercare di prendere l'iniziativa di parlare per primo. Le "case e i luoghi" possono rappresentare le varie situazioni di vita, i vari problemi, i vari ambienti dell'umano, da "visitare" per potervi portare la buona notizia.
"La messe è molta… pregate" = Il missionario parte con la consapevolezza della propria piccolezza, anche quantitativa, davanti al territorio da percorrere. Perciò sa di doversi affidare al suo Signore con la preghiera.
"Vi mando come pecore in mezzo ai lupi" = c'è la consapevolezza di una sproporzione di forze, tra il missionario e il mondo a cui è inviato. L'immagine della pecora può richiamare lo stile di Gesù "agnello di Dio", mite e umile di cuore. Il lupo è evocato anche nella parabola del buon pastore dove si parla di qualcuno che vuole rapire le pecorelle dall'ovile di Dio. Non vuol dire che tutto il mondo è malvagio e che i missionari sono, inversamente, "i buoni". La forza del missionario sta nella fiducia che ha in chi l'ha inviato e in ciò che porta di buono. Il missionario dovrà sottrarsi alla tentazione di appoggiarsi ai poteri umani per affermare la propria azione.
La tentazione nel deserto in cui Satana offre a Gesù la dominazione del mondo « diventa visibile quando constatiamo come prenda sempre nuova forma nel corso della storia. L'impero cristiano cercò ben presto di trasformare la fede in un fattore politico per l'unità dell'impero. Il regno di Cristo doveva dunque prendere la forma di un regno politico e del suo splendore. La debolezza della fede, la debolezza terrena di Gesù Cristo doveva essere sostenuta dal potere politico e militare. Nel corso dei secoli questa tentazione — assicurare la fede mediante il potere — si è ripresentata continuamente, in forme diverse e la fede ha sempre corso il rischio di essere soffocata proprio dall'abbraccio del potere» (Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, Rizzoli, p. 62 s)
"Non portate borsa, né bisaccia, né sandali" = la missione esige di essere "leggeri", di non avere la preoccupazione di troppe cose che alla fine potrebbero distogliere dall'impegno. Quali sono le "cose" che appesantiscono? Potrebbero essere le cose materiali, i possedimenti, i mezzi, le eccessive pretese remunerazioni, esigenze personali?
"Un discepolo appesantito dai troppi bagagli diventa sedentario, conservatore, abilissimo nel trovare mille ragioni di comodo per ritenere irrinunciabile la casa nella quale si è accomodato. La povertà poi diventa anche un segno di credibilità: mostra che il missionario confida in Dio e non in sé stesso. Mostra che la missione è gratutita" (Maggioni).
"Per strada non salutate nessuno" = la missione è urgente, non c'è tempo da perdere, non c'è tempo per fermarsi in inutili chiacchiere.

PER MEDITARE

Qual è la tua missione?
Occorrono persone, capaci di « gettare ponti » per unire sempre più le Chiese e i popoli d'Europa e per riconciliare gli animi. Occorrono « padri » e « madri » aperti alla vita e al dono della vita; sposi e spose che testimonino e celebrino la bellezza dell'amore umano benedetto da Dio; persone capaci di dialogo e di « carità culturale », per la trasmissione del messaggio cristiano mediante i linguaggi della nostra società; professionisti e persone semplici capaci d'imprimere all'impegno nella vita civile e ai rapporti di lavoro e d'amicizia la trasparenza della verità el'intensità della carità cristiana; donne che riscoprano nella fede cristiana la possibilità di vivere in pieno il loro genio femminile; presbiteri dal cuore grande, come quello del Buon Pastore; diaconi permanenti che annuncino la Parola e la libertà del servizio per i più poveri; apostoli consacrati capaci d'immergersi nel mondo e nella storia con cuore di contemplativo, e mistici così familiari col mistero di Dio da saper celebrare l'esperienza del divino e indicare Dio presente nel vivo dell'azione. L'Europa ha bisogno di nuovi confessori della fede e della bellezza del credere, di testimoni che siano credenti credibili, coraggiosi fino al sangue, di vergini che non siano tali solo per se stessi, ma che sappiano indicare a tutti quella verginità che è nel cuore d'ognuno e che rimanda immediatamente all'Eterno, fonte d'ogni amore. La nostra terra è avida non solo di persone sante, ma di comunità sante, così innamorate della Chiesa e del mondo da saper presentare al mondo stesso una Chiesa libera, aperta, dinamica, presente nella storia odierna d'Europa, vicina ai dolori della gente, accogliente verso tutti, promotrice della giustizia, attenta ai poveri, non preoccupata della sua minoranza numerica né di porre paletti di confine alla propria azione, non spaventata dal clima di scristianizzazione sociale (reale ma forse non così radicale e generale) né dalla scarsità (spesso solo apparente) dei risultati. Sarà questa la nuova santità capace di rievangelizzare l'Europa e di costruire la nuova Europa! (CEI , Nuove vocazioni per una nuova Europa)
Cosa blocca il tuo desiderio di partire, donare, scegliere? Di che cosa non ti sai privare? Di che cosa hai paura?

PER PREGARE - NUOVE VOCAZIONI

«Dio Padre, sorgente dell'amore, che da tutta l'eternità chiami alla vita e la doni in abbondanza, volgi il tuo sguardo su questa terra d'Europa. Chiamala ancora, come l'hai chiamata un tempo; ma fa soprattutto che sia consapevole della Tua chiamata, delle sue radici cristiane, della responsabilità che ne deriva. Rendila cosciente della sua vocazione a promuovere una cultura della vita, al rispetto per l'esistenza d'ogni uomo in tutte le sue forme e in ogni istante d'essa, all'unità tra i popoli, all'accoglienza dello straniero, alla promozione di forme civili e democratiche di vita sociale, perché sia sempre più un'Europa unita nella pace e nella fraternità.
Verbo eterno, che da tutta l'eternità accogli l'amore del Padre e rispondi alla Sua chiamata, apri il cuore e la mente dei giovani di questa terra perché imparino a lasciarsi amare da Chi li ha pensati a immagine del Figlio suo e, lasciandosi amare, abbiano il coraggio di realizzare questa immagine, che è la Tua. Rendili forti e generosi, capaci di rischiare sulla Tua parola, liberi di volare alto, affascinati dalla bellezza della Tua sequela. Suscita tra loro gli annunciatori del tuo vangelo: presbiteri, diaconi, consacrati e consacrate, religiosi e laici, missionari e missionarie, monaci e monache, che con la loro vita sappiano a loro volta chiamare e proporre la sequela del Cristo Salvatore.
Spirito santo, amore sempre giovane di Dio, voce dell'Eterno che non cessa di risuonare e chiamare, libera il vecchio continente da ogni spirito di sufficienza, dalla cultura dell'« uomo senza vocazione », da quella paura che impedisce di rischiare e rende la vita piatta e senza gusto, da quel minimalismo che crea assuefazione alla mediocrità e uccide qualsiasi slancio interiore e l'autentico spirito giovanile nella Chiesa. Fa riscoprire ai nostri giovani il senso pieno della sequela come chiamata a esser pienamente se stessi, pienamente e per sempre giovani, ognuno secondo un progetto pensato apposta per lui, unico-singolo-irripetibile. In un'Europa che rischia di divenire sempre più vecchia fa il dono di nuove vocazioni che sappiano testimoniare la « giovinezza » di Dio e della Chiesa, universale e locale, dall'Est all'Ovest, e sappiano promuovere progetti di nuova santità, per la nascita d'una nuova Europa.
Vergine Santa, giovane figlia d'Israele, che il Padre ha scelto come sposa dello Spirito per generare il Figlio in terra, genera nei giovani d'Europa lo stesso tuo coraggio ardimentoso; quel coraggio che un giorno ti rese libera di credere a un progetto più grande di te, libera di sperare che Dio lo avrebbe realizzato. A te che sei la madre dell'Eterno Sacerdote affidiamo i giovani chiamati al presbiterato; a te che sei la prima consacrata del Padre affidiamo quei giovani e quelle giovani che scelgono d'appartenere totalmente al Signore, unico tesoro e bene sommamente amato, nella vita religiosa e consacrata; a te che hai vissuto come nessuna creatura la solitudine dell'intimità più piena con il Signore Gesù affidiamo chi lascia il mondo per dedicare tutta la vita alla preghiera nellavita monastica; a te che hai generato e assistito con materno amore la Chiesa nascente affidiamo tutte le vocazioni di questa Chiesa, perché annuncino, oggi come allora, a tutte le genti che Gesù Cristo, è il Signore, nello Spirito santo, a gloria di Dio Padre!
Amen»

PER CONTEMPLARE
Partirò, ogni giorno partirò (p. Daniele Badiali)
 
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