CHE COS'E' UN UOMO?
Questa domanda non è da intendere in ordine fiosofico ma esistenziale e teologico. E' una domanda presa dalla lettera agli Ebrei che stiamo leggendo. In questa lettera, riprendendo una frase del sal 8, ci si domanda della grandezza dell' uomo, con alcune constatazioni.
La prima è la costatazione esistenziale della piccolezza dell' uomo. Se lo guardiamo nei sui 100 anni a confornto con i millenni della storia dell' universo, se lo guardaimo davanti alle grandi sfide culturali, se lo guardiamo davanti alle forze della natura, se lo guardiamo per le malattie che lo colgono: scopriamo che l'uomo è piccolo. Noi siamo limitati.
"Eppure....", dice la scrittura, lo troviamo capace d'infinito! Lo troviamo capace di superare col pensiero gli anni e i secoli, gli spazi siderali, le sfide, le disgrazie, i suoi stessi limiti materiali. Egli ha uno spirito grande!
Infine la lettera constata che , comunque , anche davanti alle debolezze umane, alle sue incapacità di portare a termine progetti e a volte incapacità di compiere il bene, l'uomo, così piccolo nell' universo, è pensato, voluto e amato da Dio. Egli è la creatura prediletta da Dio!
Abbiamo anche noi ancora fiducia nell' uomo come l'ha Dio? Sappiamo relativizzarlo e valorizzarlo allo stesso modo?
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