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02-02-2013
UNA CANDELA ACCESA
Oggi è la festa della Presentazione di Gesù al tempio. E' la cosiddetta 'candelora' per la suggestiva processione con le candele al buio che si realizza oggi in chiesa.
La processione si snoda cantando: "Cristo è luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele". Tra le nostre tenebre brilla una luce, che cresce sempre più: è Gesù Salvatore dell' uomo.
In realtà il segno della candela, in questa festa può richiamare in noi, il dovere di corrispondere a Dio con un offerta significativa. Un amore che risponde al suo amore.
La candela allora siamo noi, che siamo disponibili a 'consumarci' nel nostro impegno quotidiano 'facendo ogni cosa come per il Signore'.
In questo impegno quotidiano, anche la fatica e il dolore, fanno parte di questo 'scioglierci' pian piano per continuare a dare luce a lode del Signore e per il bene di chi ci è accanto.
Cosa ti evoca il segno della candela?
 Commenti (3)Add Comment
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Scritto da davide, 03 febbraio 2013, 01:23

Un giorno, spinto da non so quale impulso, riguardai indietro la mia vita con molta attenzione. Nel bene e nel male, i giorni trascorsi mi apparvero grigi; sapevo bene quale fosse la causa, anche se facevo fatica ad ammetterlo.
- Dio, - dissi allora, - non riesco a sentire la tua voce: mi piacerebbe seguirti, ma non so dove sei. Non ho fede o è talmente piccola che non riesce a illuminare la mia strada e a renderla chiara e facilmente percorribile.
Poi presi una decisione. Avevo una piccolo ripostiglio vuoto e dimenticato: lì posi una grossa candela.
- Il giorno in cui mi darai una fede salda, accenderò quella candela e la stanza non sarà più buia.


Passarono i giorni e gli anni ma la grossa candela rimase spenta. Presi però l'abitudine di accendere una piccola candela per ogni scelta nella mia vita che pensavo potesse condurmi sulla giusta via.
Posi più attenzione al mio lavoro e alle persone che condividevano con me la fatica di tutti i giorni. E accesi una piccola candela.
Invitai più spesso gli amici a casa mia e li accolsi con sincera ospitalità. E accesi una piccola candela.
Condivisi con la mia famiglia i problemi di tutti i giorni e cercai in ogni cosa il lato positivo. E accesi una piccola candela.
Dedicai un po' del mio tempo a chi ne aveva più bisogno di me. E accesi una piccola candela.
Pregai più spesso il Signore perché mi donasse la vera fede. E accesi una piccola candela.
Le piccole candele si moltiplicavano ma, ogni volta, con tristezza e profondo rammarico, uscivo da quella piccolo ripostiglio con un cruccio nel cuore: quello di non avere ancora potuto accendere la candela più grossa.
Poi feci un sogno.
Camminavo lungo una strada solitaria in compagnia di uno sconosciuto al quale, non so perché, raccontai la mia storia.
- Vuoi portarmi lì dove tieni le tue candele? - mi chiese a un tratto.
Lo guardai solo per un istante, ma non trovai nulla da obiettare.
- Ecco - dissi quando fummo nel ripostiglio.
Le fiammelle delle piccole candele, che sfrigolavano e spargevano un fumo acre, facevano brillare di rosso e di giallo il grosso cero che immobile e senza vita non restituiva quel piccolo favore.
- Spegni le candeline.
La sua voce era pacata e l'invito non apparve come un ordine; eppure obbedii prontamente come fa un cagnolino con il suo padrone.
- Adesso accendi il grande cero.
Mi avvicinai con trepidazione e lo accesi. Per la prima volta dopo molti anni di attesa vidi la sua luce.
- Adesso sei contento?
- No - risposi con sincerità dopo un breve istante di smarrimento - il ripostiglio adesso è più buio e solitario.
Lo sconosciuto mi sorrise, come fa il maestro con lo scolaro la cui mente si apre finalmente alla conoscenza. Poco prima di svegliarmi e che l'uomo si dileguasse insieme al buio della notte, riuscii a sentire queste parole che ancora adesso risuonano nella mia vita: - Ricordati che fa molta più luce la fede che hai messo nelle piccole azioni della tua vita che non quella astratta che avevi riposto in un simbolo vuoto.
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Scritto da ..., 03 febbraio 2013, 01:00
Fra tutti gli oggetti che trasmettono --luce--,la candela è quella per me piu' significativa a livello spirituale.
Ricordo i tempi in cui veniva utilizzata con piu' frequenza,in casa ,in famiglia ,emanava una luce calda,e noi bambini facevamo a gara per tenerla in mano,anche perchè era uno strumento d'unita'...ci si riuniva attorno ad essa!!!
Mi riconduce al valore della preghiera,quando la nonna mi accompagnava in chiesa per accenderne una come segno d'affidamento!!
Mi trasmette attraverso il suo bruciarsi silenziosamente il Mistero d'AMORE ..un Amore Immenso attraverso il quale DIO vuole raggiungerci!!!!
La cera di cui è composta che col calore si scioglie è una bellissima similitudine di come anche noi attraverso il Calore della SUA PAROLA ...il Calore dei suoi Ministri....il Calore della Comunita'..possiamo imparare a scioglieci da tutti i nostri limiti,errori,ferite,dolori,difficolta' per compiere quella trasformazione che ci aiuta a far brillare la .."LUCE della VERITA'"
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Scritto da Gabriella, 02 febbraio 2013, 22:59
Essere una candela disponibile a "consumarsi" nell'impegno quotidiano è un'immagine per me bella, abbastanza facile da capire. In fin dei conti non è così la nostra vita? Non ci sentiamo spesso alla fine della giornata spompati, senza più energie, consumati, dopo aver cercato di conciliare la famiglia, il lavoro, gli impegni in parrocchia, nei vari servizi che la vita ci chiede? L'impegno nel quotidiano c'è, la fatica pure. Certo dobbiamo fermarci ogni tanto a riflettere ed esaminarcii se veramente facciamo ogni cosa per il Signore, cercare di rimettere Lui al centro, poi ripartire.
Quando però la vita ti chiede di fermarti, per quanto non sai, ti chiede di non affaticarti più nel fare tante cose, di non essere più utile agli altri come vorresti, allora è più difficile vederti come una candela che dà luce, temi di spegnerti. Forse invece è il momento giusto per pensare che le candele non hanno mai luce propria, devono essere sempre accese e che Cristo è l'unico che può accenderci, può darci la luce necessaria, soprattutto quando è più buio.

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