Domenica 12 maggio 2024
 
La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! - Papa Francesco
Home arrow Vivere la fede arrow Briciole arrow Commento Lectio 15/07/2007
 
Home
Notizie
Documenti
Orario preghiere
 
Storia
Dove siamo
Foto
Cerca
Mappa del sito
Vivere la fede
Percorsi di parole
Siti consigliati
Link

 
Briciole
logo iblog don
Commento Lectio 15/07/2007 PDF Stampa
14-07-2007
AMA
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10, 25-37) In quel tempo, un dottore della legge si alzò per mettere alla prova Gesù: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fà questo e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso».

PER LA LETTURA - IL PIÙ GRANDE DEI COMANDAMENTI

Esso è costituito dall’accostamento di due precetti: amare Dio e amare il prossimo. Sono due le direzioni dell’amore: una verticale (verso Dio) e l’altra verso il prossimo. L’una non può fare a meno dell’altra. Può esserci una persona pia che andando anche tutti i giorni in chiesa, per le sue preghiere dimentica di essere compassionevole con il parente in difficoltà, con il vicino di casa ammalato o tradisce i propri doveri sul posto di lavoro? Oppure può esserci una persona buona, che da la sua vita nel volontariato, ma poi dimentica di misurare la propria solidarietà e altruismo con quello di Dio o non offre al povero il dono della grazia divina ma gli porta solo beni materiali?

CHI È IL MIO PROSSIMO?
Umanamente cerchiamo di definire coloro che possono essere oggetto del nostro interesse e attenzione. Non è questione di quantità, ma di qualità: quelli del nostro parentado (contro quelli che sono di un’altra famiglia); quelli della nostra nazione (contro quelli che sono “stranieri”); quelli che “meritano” il nostro aiuto, almeno per la loro simpatia o per il loro impegno lodevole (contro quelli che proprio si stanno sullo stomaco o sono solo dei fannulloni). Ma è questa la “misura” dell’amore di Dio? Egli che fa “piovere sui giusti e sugl’ingiusti”? Il cristianesimo porta nel mondo il valore della persona, dignitosa in quanto “immagine e somiglianza di Dio”. Ne deriva il dovere di una tutela della vita di ognuno, dal concepimento alla fine dei giorni, in condizioni di salute, malattia o handicapp, di qualsiasi cultura o religione. Non è questa la novità, la buona notizia di cui ha bisogno ancora il mondo?

I GESTI DELLA CARITÀ
Ripercorri nella lettura i gesti del buon samaritano e confrontali col tuo modo di amare: fermarsi, osservare, dare tempo, chinarsi sul problema, curare materialemtne, dare soldi, chiamare in aiuto altri…

PER LA MEDITAZIONE
Il cibo della verità e l'indigenza dell'uomo.
Non possiamo rimanere inattivi di fronte a certi processi di globalizzazione che non di rado fanno crescere a dismisura lo scarto tra ricchi e poveri a livello mondiale. Dobbiamo denunciare chi dilapida le ricchezze della terra, provocando disuguaglianze che gridano verso il cielo (cfr Gc 5,4). Ad esempio, è impossibile tacere di fronte alle « immagini sconvolgenti dei grandi campi di profughi o di rifugiati – in diverse parti del mondo – raccolti in condizioni di fortuna, per scampare a sorte peggiore, ma di tutto bisognosi. Non sono, questi esseri umani, nostri fratelli e sorelle? Non sono i loro bambini venuti al mondo con le stesse legittime attese di felicità degli altri? ».(246) Il Signore Gesù, Pane di vita eterna, ci sprona e ci rende attenti alle situazioni di indigenza in cui versa ancora gran parte dell'umanità: sono situazioni la cui causa implica spesso una chiara ed inquietante responsabilità degli uomini. Infatti, « sulla base di dati statistici disponibili si può affermare che meno della metà delle immense somme globalmente destinate agli armamenti sarebbe più che sufficiente per togliere stabilmente dall'indigenza lo sterminato esercito dei poveri. La coscienza umana ne è interpellata. Alle popolazioni che vivono sotto la soglia della povertà, più a causa di situazioni dipendenti dai rapporti internazionali politici, commerciali e culturali, che non a motivo di circostanze incontrollabili, il nostro comune impegno nella verità può e deve dare nuova speranza ».(247) Il cibo della verità ci spinge a denunciare le situazioni indegne dell'uomo, in cui si muore per mancanza di cibo a causa dell'ingiustizia e dello sfruttamento, e ci dona nuova forza e coraggio per lavorare senza sosta all'edificazione della civiltà dell'amore. Dall'inizio i cristiani si sono preoccupati di condividere i loro beni (cfr At 4,32) e di aiutare i poveri (cfr Rm 15,26). L'elemosina che si raccoglie nelle assemblee liturgiche ne è un vivo ricordo, ma è anche una necessità assai attuale. Le istituzioni ecclesiali di beneficenza, in particolare la Caritas a vari livelli, svolgono il prezioso servizio di aiutare le persone in necessità, soprattutto i più poveri. Traendo ispirazione dall'Eucaristia, che è il sacramento della carità, esse ne divengono l'espressione concreta; meritano perciò ogni plauso ed incoraggiamento per il loro impegno solidale nel mondo. (Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis, 90)

PER LA PREGHIERA - PREGHIERA PER IL SERVIZIO (madre Teresa di Calcutta)
Signore, mettici al servizio dei nostri fratelli che vivono e muoiono nella povertà e nella fame in tutto il mondo. Affidali a noi oggi; dà loro il pane quotidiano insieme al nostro amore pieno di comprensione, di pace e di gioia. Signore, fa di me uno strumento della tua pace, affinché io possa portare l’amore dove c’é l’odio, lo spirito del perdono dove c’é ingiustizia, l’armonia dove c’é la discordia, la verità dove c’é l’errore, la fede dove c’é il dubbio, la speranza dove c’é la disperazione, la luce dove ci sono ombre e la gioia dove c’é la tristezza. Signore, fà che io cerchi di confortare e non solo di essere confortato-a, di capire e non solo di essere capito-a e di amare e non solo di essere amato-a, perché dimenticando un po’ se stessi ci si ritrova, perdonando si é perdonati e morendo nella carità ci si risveglia alla vita eterna. Amen.

PER LA CONTEMPLAZIONE
“Dio è amore”
 
< Avanti   Indietro >
   
22_s.jpg
Gruppi parrocchiali
Azione Cattolica
Caritas
ANSPI
Gruppo Catechisti
Gruppo Cultura
Famiglie
Gruppo Liturgico
Scout
 
Calendario Pastorale
Fine Benedizioni 2024

Area riservata
Login


Logo chiesa
Abbiamo 12 visitatori online
 
Sito realizzato con Joomla! - Copyright 2007-2024 Parrocchia San Savino Faenza