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01-04-2013
AMORE ULTRAMONDANO
Diceva il teologo gesuita Lonergan che caratteristica dell' amore cristiano è quella di ‘amare in un modo ultramondano'. Qui starebbe anche la verifica del nostro amore da cristiani: ‘amiamo in modo ultramondano'? All'inizio della quaresima avevo definito il percorso cristiano in questo tempo come un'esperienza di liberazione e di guarigione. Allora, adesso , possiamo dire che sta qui il dono di Dio per la nostra guarigione: cogliere la dimensione ‘ultramondana' dell' amore e viverla in noi.

Ma cosa comporta questo ‘modo ultramondano'?

Il venerdì santo ci presenta la figura di Cristo crocifisso con la spiegazione data dalla profesia di Isaia sul giusto servo di Dio. Lì troveremo i tratti di questo amore ‘ultramondano'.



GUARDIAMO

"Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto"

Restiamo a guardare questo  che appare uno scandalo. Non c'è bellezza umana sul suo volto sfigurato. E' un giusto vittima dell' ingiustizia. Noi lo giudicavamo  castigato da Dio.

Eppure dalla contemplazione del volto di Gesù arriviamo alla nostra liberazione, perchè lì c'è un trono di grazia come afferma la lettera agli Ebrei.

Quindi inizialmente l'amore a cui aspiriamo è qualcosa che viene da fuori di noi, viene dal Padre, lo vediamo in Gesù e ci è donato dallo Spirito Santo: è l' amore di Dio.



AMORE LIBERO E VOLUTO

L'amore ultramondano che vediamo in Gesù è un amore libero e voluto. Gesù nel racconto di Giovanni si mostra consapevole di ciò che sta pe accadere e pienamente deciso. Tra la possibilità di reagire violentemente (la spada) e quella di fuggire (Pietro che si nasconde) egli sceglie di ‘consegnarsi'. La sua è una libera scelta che diventa quindi offerta di sé.

Quante volte anche noi ci troviamo davanti a queste alternative: reagire con la spada (anceh con la spada della lingua) o abbandonare l'impegno, il cammino, la propria responsabilità fuggendo? Ora vediamo anche la possibilità di scegliere liberamente di ‘consegnarci', anche nella situazione dell' ingiustizia e dell' incomprensione. Possiamo dire ‘io ci sto' , ‘io mi offro'.



AMORE MITE E MISERICORDIOSO

Isaia ci mostra Gesù come ‘agnello mansueto', che in un certo senso pare che subisca la situazione. Ma qui va capito bene. Egli vive la beatitudine dei miti, dei non violenti, dei pazienti, dei perseveranti. Questa è una via attiva in cui ‘si vince il male con il bene' , in cui si offre all' avversario anche il perdono. Non è quindi l'atteggiamento dei pavidi, ma quello dei forti nell' animo e nella speranza. Un amore ultramondano.



AMORE CHE SI CARICA DEI PESI DEL PECCATORE

Infine nel suo salire sulla croce per essere il re che ‘compie ogni cosa', Gesù si carica dei pesi dei suoi fratelli, cioè di noi peccatori. Ancora Isaia descrive questo suo farsi carico al posto nostro. ‘Si caricato delle nostre sofferenze, si è addossato dei nostri dolori... trafitto per le nostre colpe, schiacciato per l nostre iniquità' M ainfine: per la su epiaghe siamo stati guariti
 Commenti (3)Add Comment
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Scritto da davide, 01 aprile 2013, 13:47
C'è una riflessione che mi risuona ....mi interroga.....e mi viene spontaneo collegarla a questa bella e profonda omelia......

"Esistono due tipi di conoscenza: quella che nasce dai fatti e quella che nasce
dall’amore. Quella dai fatti, prima conosce e poi ama. Quella dall’amore, prima ama
e poi conosce. Quest’ultima è il tipo di conoscenza tipico dell’innamorato, ma anche
della persona spirituale il cui cuore è inondato dall’amore di Dio."
...
Scritto da chicco di grano, 01 aprile 2013, 13:31
Con lo sguardo fisso in Gesù, che è pieno di Spirito Santo, speriamo di avere le Sue stesse virtù. Chi è mite non è presuntuoso, chi è mite non aggredisce, non è impaziente, sa attendere.
Bisogna imparare ad essere miti anche verso Dio: sapere attendere ed accettare con mitezza i momenti dolorosi della propria vita. Il mite non ha fretta, aspetta, ha pazienza. Con questo dono, nei momenti bui della vita, si soffre e si piange, ma si sa anche attendere. Ci si può chiedere anche con rabbia il perché della sofferenza, ma lo Spirito Santo placherà l’animo e a poco a poco farà comprendere che c'e' un disegno di Dio su ognuno. Al momento opportuno lo si vedrà e lo si comprenderà. “Se ha permesso che tu soffra è perchè ne sorge un bene che tu oggi non conosci ancora “ (da S. Agostino)
Chi è mite ama, chi è mite non fa male a nessuno né con le parole, né con le azioni: chi ha questo dono sa amare, sa perdonare. Chi non ha questo frutto è inquieto, ce l'ha con tutto e con tutti.
Noi che seguiamo Gesù Cristo dobbiamo fare nostre le parole di Paolo:
”Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni”. (1Tm 6,11)
...
Scritto da ..., 01 aprile 2013, 11:07
Come l'aria l'amore entra dove gli si crea spazio,non dove lo si occupa.
L'amore non lo produciamo,non è una facolta' di cui siamo piu' o meno dotati: è energia che non possiamo sviluppare da soli,ma solo quando usciamo dal nostro isolamento.......quello che possiamo fare è creare delle condizioni.......che non sono quelle di mostrarci onnipotenti e invincibili,ma autentici e vulnerabili nel nostro vivere quotidiano dove possiamo trovare tracce evidenti del calore,della luce,del profumo, della gioia che l'amore produce.sono gesti delicati,sono frammenti di coraggio,sono silenziose attenzioni che cogliamo maggiormente se smettiamo di sentirci autosufficenti,padroni del nostro destino,orgogliosi e vanitosi di cio' che riteniamo essere in grado solo noi di saper fare........
Condizione perche' l'AMORE di DIO possa riversarsi su di noi è svuotarsi, alleggerirsi,fargli posto,accoglierlo......un percorso difficile,che richiede tempo pazienza, calma,e anche sapienza quella semplice di chi sa attendere la lievitazione del pane,la nascita di una pianta, di chi sa stupirsi e gioire delle piccole cose,di chi sa accogliere ,apprezzare i piccoli passi ....e accetta fiducioso di non capire tutto...perchè

"l'Amore non si merita, si accoglie.E' il Divino che viene a far fiorire l'umano."
(Ermes Ronchi)

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